Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, febbraio 23, 2006

PROVE TECNICHE DI INCIUCIO

di Giacomo Stucchi
Le dichiarazioni del ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, rese in Commissione sono tanto sorprendenti quanto inverosimili. Non credo di sbagliarmi se affermo che il vice premier ha ben pochi elementi per affermare con certezza, in una sede istituzionale qual è quella dell’audizione parlamentare, che i disordini di Bengasi, con l’assalto al consolato italiano, siano stati una diretta conseguenza degli atti o delle parole di Roberto Calderoli. Perché allora, verrebbe da chiedere al vice premier a cosa imputa l’assassinio di padre Andrea Santoro, che viveva in Turchia da qualche anno, o il massacro di un sacerdote e quattordici cristiani in Nigeria, o tutti gli altri casi che hanno visto coinvolti esseri umani che non erano a rischio per colpa di Calderoli ma per il fatto di essere dei cristiani in terra musulmana? Diciamo quindi le cose come stanno: attribuire a uomini della Lega la responsabilità dei disordini in Libia è un infamia bella e buona. Fini non ha, così come chiunque altro nel governo o in parlamento, prove inconfutabili per affermare che Calderoli ha messo a repentaglio la vita anche di una sola persona. Se dovesse averle le tiri fuori, altrimenti taccia. Qualcuno diceva che “a pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina”, ebbene vorrei sbagliarmi ma credo che le dichiarazioni di Fini più che alla ricerca della verità servano invece ad altri scopi, non certo attinenti al problema in questione. Dimentichiamoci infatti per un attimo dell’Islam e guardiamo invece alla politica di casa nostra. Dopo le accuse infondate a Calderoli, e quindi indirettamente al Carroccio, la seconda parte dell’intervento di Fini in Commissione è consistita in un appello all’opposizione ad affrontare di comune accordo il problema dei rapporti coi Paesi musulmani. Ora, Fini sa benissimo che uno dei tanti punti, forse il più sostanziale, che differenzia la Cdl dall’Unione è proprio quello della politica estera e tuttavia lancia un ponte a Prodi, Fassino e Rutelli. Non è che per caso hanno avuto ufficialmente inizio le prove tecniche di inciucio? A danno, manco a dirlo, della Lega Nord Padania che con la sua politica contro il centralismo dirigista, l’assistenzialismo e l’inutile burocrazia dello Stato, in questi anni al governo del Paese ha rotto le scatole a più non posso a tutti i partiti, di destra e di sinistra. Ma si, attribuiamogli pure qualche responsabilità, magari di avere messo a rischio la vita di italiani all’estero, così forse gli togliamo pure qualche voto a questi furbacchioni che adesso, tra l’altro, stanno pure cercando di toglierci consensi al sud. Il Sud, ma che c’entra? C’entra, c’entra. Con quanta gioia pensate sia stato accolto in An l’accordo del Carroccio con il leader dell’autonomismo siciliano, Raffele Lombardo, peraltro posto in essere guarda caso proprio grazie alla volontà di Calderoli, e naturalmente al disco verde di Umberto Bossi? Ve lo dico io: zero assoluto. Fini sa bene che, con l’attuale sistema elettorale, l’intesa del Carroccio al sud è una mina vagante anche nel suo elettorato, quello meridionale, che si sente peraltro tradito dalla politica inconcludente posta in essere dagli eletti nelle fila di An, Fi e Ccd. Solo in Sicilia, nel 2001, ne furono mandati in Parlamento 61. E cosa hanno fatto, salvo qualche rara eccezione, per i loro cittadini? Nada de nada. E allora, prima che tutti i buoi scappino dal recinto, quale migliore occasione dei disordini in Libia per andare addosso alla Lega e a quel fanatico cristiano di Calderoli? Vuoi vedere che magari, con questa scusa dell’intolleranza all’Islam, rispuntano fuori anche gli stereotipi sui leghisti razzisti che hanno sulle scatole i meridionali e si recupera qualche voto?