RIFORMA CHE DIVIDE E MILIARDI CHE MANCANO, QUESTI I RISULTATI DEL GOVERNO RENZI
di Giacomo Stucchi
Che il governo in carica non sia all’altezza della
situazione lo sosteniamo da tempo ma adesso che i risultati della sua azione si
stanno rivelando straordinariamente disastrosi, e nonostante questo una parte
del Parlamento preferisce occuparsi di questioni come il divieto di cannabis,
c’è davvero di che essere preoccupati. In primis per quanto riguarda le tanto
decantate riforme. E’ inutile che a Palazzo Chigi si continui a menare il can
per l’aia in attesa di stabilire una data per il referendum costituzionale, che
sia la più favorevole possibile ai desiderata del governo, veniamo al dunque!
Una settimana o un mese in più non cambieranno di certo pregi, pochi, e difetti,
moltissimi, di una riforma costituzionale che sembra avere sempre meno padri.
Più passano le settimane, più sono evidenti a tutti i limiti della nuova carta
costituzionale e più si ingrossa il numero di coloro che non la voteranno;
soprattutto, poi, alla luce del combinato disposto con l’Italicum. Se è vero,
com’è vero, che la Costituzione deve essere considerata la “legge delle leggi”,
in quanto fonte di diritto, e come tale pensata per durare decenni e accomunare
quanto più possibile tutti i cittadini, la riforma Renzi-Boschi è invece già
vecchia, perché soggetta a molte critiche, anche autorevoli, ed è inoltre fonte
di divisioni nel Paese. Altro versante che preoccupa è poi quello economico. Al
governo servono diversi miliardi per scongiurare l'aumento dell'Iva, alcuni dei
quali si rendono necessari anche a causa di previsioni e di scelte sbagliate.
Soldi che, però, al momento mancano e che rendono quindi verosimile una manovra
in autunno o con una cancellazione degli impegni già assunti dal governo o con
un aumento delle tasse. In entrambi i casi si tratta di prospettive che, com’è
evidente, non potranno che deprimere ulteriormente un’economia che non si è mai
ripresa davvero dalla crisi. Famiglie e imprese continuano a essere in forte
difficoltà ma anche molto arrabbiate dopo le notizie su alcuni scandalosi e
ingiustificati stipendi in Rai, venuti fuori peraltro proprio nel mese in cui ai
cittadini è arrivato il canone da pagare in bolletta. Un fatto che la dice
lunga sulla volontà del governo Renzi di attuare una seria spending review.
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