IL TEATRO DELL'ASSURDO
di Giacomo Stucchi
Ciò che nel 2014 in molti hanno ritenuto essere stata la mossa elettorale
vincente di Renzi, ovvero avere elargito un bonus di 80 euro a una platea di
contribuenti che poi potrebbero essergli rimasti “riconoscenti” nel segreto
dell’urna, oggi potrebbe ritorcersi clamorosamente contro lo stesso premier.
Secondo i dati sulle dichiarazioni dell’Irpef dell’anno scorso (anno d’imposta
2014), infatti, un contribuente su otto ha dovuto restituire il famoso bonus da
80 euro. Chi integralmente in sede di dichiarazione dei redditi, chi in parte.
Si tratta, nel massimo importo, di 640 euro per il 2014 e di 960 euro per il
2015, e riguarda quelle persone con un reddito compreso tra 7.500 e i 24mila
euro lordi l’anno. A costoro non deve essere sembrato vero di percepire qualcosa
in più ogni mese direttamente in busta paga, visto che il bonus è stato
riconosciuto dal sostituto d’imposta (ovvero dal datore di lavoro), ma Renzi si
è ben guardato dal far presente che se in sede di dichiarazione dei redditi per
qualche motivo i beneficiari del bonus non fossero poi rientrati in quella
forchetta di redditi, magari per un premio di produttività o per una
collaborazione a vario titolo, allora avrebbero dovuto restituire la gratifica.
Insomma, altro che “cambio di passo” qui siamo alla più clamorosa delle prese in
giro nei confronti dei cittadini. Nei giorni scorsi avevamo già messo in guardia
dal diffidare dalle promesse elettorali del presidente del Consiglio, che ne
aveva già avanzate di nuove, come il bonus anche ai pensionati, ma qui siamo al
teatro dell’assurdo! Al punto che, dopo gli annunci dei giorni scorsi, i
sindacati attendono ancora la convocazione del tavolo con il governo per
discutere di lavoro e pensioni, mentre i dati Istat sulla disoccupazione, data
in aumento, vengono letti e interpretati come conviene meglio al premier. Ma la
verità è che a Renzi interessa solo l’effetto annuncio dei suoi proclami, non
certo i risultati concreti.
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