RENZI L'IMBONITORE
di Giacomo Stucchi
Come avevamo ampiamente previsto ecco arrivate e
annunciate le strenne elettorali del premier: più soldi ai pensionati con la
minima ma anche ai lavoratori in busta paga. Di questo si è discusso nel primo
confronto governo-sindacati che, guarda caso, si è svolto in questi giorni dopo
due anni di scontri e inconcludenze. Guarda caso solo adesso Renzi si accorge
che con la pensione minima non si può vivere e che ai lavoratori dipendenti, al
netto delle trattenute fiscali e previdenziali, resta davvero poco in busta
paga. I tempi? Spiace doverlo dire ma, come affermato dai sindacati, sembra che di aumenti nell’immediato non se ne parla e, aggiungiamo
noi, la ragione è che i tre miliardi di euro che si ipotizzano essere necessari
per un nuovo bonus di 80 euro, ma questa volta ai pensionati, si troveranno
eventualmente nella prossima legge di stabilità che sarà varata propria alla
vigilia del referendum costituzionale. Intanto il premier continua ad andare in
giro per il Paese allo scopo di siglare pseudo “Patti” per promuovere lo
sviluppo e lo sblocco delle opere pubbliche sui territori; ma la verità è che
regioni e comuni soffrono maledettamente la stretta ai trasferimenti delle
risorse dal centro alla periferia. Ma c’è di più. Pur nell’ipotesi
in cui il governo continuasse il dialogo coi sindacati e portasse davvero a
compimento la promessa di un aumento delle pensioni minime e dei salari,
considerata l'incapacità di Palazzo Chigi a tagliare la spesa improduttiva, è
matematico che a quel punto le risorse sarebbero individuate soprattutto con una
nuova stretta sui trasferimenti agli enti locali. Che di conseguenza non
potranno che aumentare le tasse locali per poter garantire i servizi. Insomma di
promesse e chiacchiere, da parte di Renzi, ne sentiremo ancora a iosa nei
prossimi giorni, settimane e mesi; ma la verità e che si tratta solo di
un’attività da imbonitore che mira solo a carpire con l’inganno il consenso
elettorale.
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