GLI ANNUNCI DI RENZI NON INCANTANO PIU' NESSUNO
di Giacomo Stucchi
Esiste il rischio che una vittoria dei No al referendum costituzionale del
prossimo ottobre possa avere chissà quali conseguenze negative per il Paese?
Certamente no! Anche se la vulgata propagandistica governativa ha provato a
radicalizzare il dibattito referendario per farlo diventare un vero e proprio
scontro politico. Ma il messaggio non ha avuto l’effetto sperato sull’opinione
pubblica e ha costretto invece il premier a cambiare strategia; e speriamo che
adesso si discuta sui temi concreti della riforma costituzionale. Noi nei nostri
interventi lo abbiamo fatto, approfondendo le singole questioni sul tappeto e
spiegando le ragioni del No; altri, invece, si sono dilettati a creare un clima
da Armageddon. Peraltro tutti i sondaggi, oltre a fotografare una situazione
non certo positiva per il Pd, sia sul voto delle amministrative nelle grandi
città sia sull’esito del voto referendario, registrano anche una grande
indecisione nell’elettorato. Un dato che la dice lunga sul fallimento del
governo anche sul piano dell’informazione dei contenuti di una riforma alla
quale Renzi ha persino legato il suo destino politico. L’impressione, però, è
che il premier abbia cambiato tattica non per fare chiarezza sulle materie
oggetto del quesito referendario ma perché ha capito che personalizzando il
dibattito il rischio di perdere il referendum era concreto. Una possibilità che,
nonostante il suo nuovo atteggiamento, per noi rimane molto forte e che si
porterebbe dietro la logica conseguenza di farlo sloggiare da Palazzo Chigi. Ma
non sarebbe di certo una grave perdita per i cittadini che, anzi, si
libererebbero di un esecutivo inconcludente specializzato solo in annunci.
L’ultimo dei quali, a poche settimane dal voto amministrativo, è quello
sull’aumento del bonus bebé. Una proposta propagandistica disperata e patetica.
In un Paese dove è urgente pensare ad una seria politica globale dedicata alle
famiglie, non solo per favorire le nascite ma anche per mettere i genitori nelle
condizioni di crescere senza angosce economiche i propri figli, limitarsi a
proporre solo l’aumento del bonus bebé è davvero un insulto.
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