ALTRO CHE RIFORME, RENZI SI TIENE STRETTA LA LEGGE FORNERO
di Giacomo Stucchi
L’agenda delle cose da fare imposta al Parlamento, a cominciare dalla riforma
del Senato, che Renzi e il suo governo hanno ammantato di un forte significato
riformatore ma che invece cela una lotta di potere tutta interna al Pd, in un
estenuante scontro tra renziani e minoranza dem per la sopravvivenza politica
dell’una o dell’altra parte, è lo specchio dell’inconcludenza dell’esecutivo.
Nel frattempo, però, mentre nel Pd litigano, il Paese è abbandonato a se stesso
e se non fosse per il combinato disposto di una serie di fattori economici
favorevoli, dalla politica monetaria di Draghi al basso costo del petrolio,
staremmo davvero nei guai. Eppure, nonostante questa congiuntura, della quale
gli altri Paesi europei traggono vantaggio più di noi, l’azione del governo
Renzi non produce effetti significativi. Tanto che il premier è costretto a
continuare nella sua politica degli annunci. Già smentita la riforma della
legge Fornero è adesso la volta dell'eliminazione della Tasi e dell’Imu. Il
paradosso, però, è che tanto l’odiata riforma pensionistica, quanto il nuovo
sistema di tassazione immobiliare, sono stati introdotti proprio con il Pd al
governo. Quindi, di fatto, Renzi, che è al contempo presidente del Consiglio e
segretario del suo partito, smentisce lo stesso Pd. Roba da matti! La verità è
che la legge Fornero andrebbe cancellata tout court e invece il governo se la
tiene stretta. Sui tagli fiscali, sulla casa e sulle imprese, e sulla promessa
ai sindaci di “un assegno corrispondente al taglio dell’Imu e della Tasi”, siamo
poi al delirio. Il premier, infatti, finge di non sapere che proprio con il Pd
al governo sono stati tolti ai Comuni decine di miliardi di euro; e quindi
l’eventuale assegno per compensare il taglio dell’Imu sarebbe semmai la
restituzione di una minima parte del maltolto.
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