Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, marzo 25, 2014

IL "ROTTAMATORE" NON E' PIU' ALL'ARREMBAGGIO

di Giacomo Stucchi

A cambiare   davvero le cose, riaffermando innanzi tutto il diritto che i cittadini hanno di scegliersi un governo in grado di agire senza i vincoli asfissianti dell’Ue,   non sarà l’estemporanea politica di Matteo Renzi, fatta di annunci,  battute e ammiccamenti vari. No, a cambiare davvero le cose, sarà l’impetuoso vento di libertà che sta soffiando in europa e che presto porterà al tracollo dei partiti dell’austerity a tutti i costi. Il   premier ha già fiutato l’aria che tira e allora mette le mani avanti, precisando che il voto europeo non sarà un giudizio sul suo operato. Ma è vero il contrario e così l’obiettivo di Renzi diventerebbe quello di passare indenne il responso elettorale delle europee. Per riuscire nell'intento il capo del governo   sta promettendo, tra l’altro,   qualche decina di euro in più in busta paga ad una specifica platea di contribuenti, alla quale però non ha detto   che quanto eventualmente troveranno in più nello stipendio lo perderanno su altri fronti. Sull’affidabilità del presidente del Consiglio, del resto, sono gli stessi esponenti del Pd ad avere dei dubbi,   al punto da sentire la necessità di ricordargli pubblicamente, che gli “annunci hanno bisogno di risposte  coerenti”.  Purtroppo, però,   i fatti dicono che il Documento di economia e finanza, così come il Piano di riforme, che il governo ha l’obbligo di inviare a Bruxelles entro il 15 aprile, sono ancora in alto mare. Si rimane perciò fermi agli annunci  propagandistici che, sul piano dei grandi numeri, costituiscono solo una mera operazione di cassa e per di più in un clima di incertezza e confusione totale. Così la restituzione “to-ta-le” dei debiti della pubblica amministrazione   alle imprese,  data per prossima, è slittata   ai prossimi mesi, mentre  i dieci miliardi   per il taglio del cuneo fiscale, pronti “su-bi-to”,  richiedono invece  più tempo per essere reperiti. Nebbia totale, invece, se si passa  alla definizione delle poste di bilancio dalle quali i suddetti soldi dovrebbero arrivare. La stessa spending review appare come una nebulosa dalla quale non si capisce bene cosa ne verrà fuori. Insomma,   lasensazione è che il “rottamatore”   all’arrembaggio di qualche settimana fa, che avrebbe dovuto fare sfaceli non appena arrivato nella stanza dei bottoni, più che nel fare si stia specializzando nell’aspettare.