TRA PRESUNTI SCOOP E STAFFETTE DI GOVERNO I PROBLEMI VERI SONO ANCORA IN SECONDO PIANO
di Giacomo
Stucchi
Il vero
dramma degli ultimi fatti della politica romana è che tra presunti scoop
giornalistici e annunciate staffette governative i veri problemi dei cittadini
passano inesorabilmente in secondo piano. Basti pensare che dopo tutto il caos
provocato nello scorso anno sul fronte della tassazione immobiliare a pochi
mesi dalla nuova scadenza, di giugno 2014, il governo non ha ancora approvato i
provvedimenti per la completa definizione della Tasi. Segno evidente che
l’esperienza del 2013 non ha insegnato proprio nulla e, per i contribuenti, si
prospetta un nuovo calvario. Del resto, è un fatto che dieci dei diciotto mesi
previsti da Letta per realizzare il suo annunciato programma di interventi sono
passati senza che un solo risultato sia stato raggiunto. Basta questo per dire
che il governo ha fallito e non c’è una sola ragione per cui debba restare al
suo posto. Sono troppo deboli e pretestuosi gli argomenti che vorrebbero
ascrivere all’attuale Esecutivo i meriti di aver riportato lo spread sotto i
200 punti (le cui fluttuazioni, come è ormai ampiamente dimostrato, non
dipendono dalla volontà di Palazzo Chigi), mentre sono da imputare senza alcun
dubbio al governo le responsabilità per il drammatico aggravarsi della
situazione sui fronti della disoccupazione e del crollo della produzione
industriale. Se il governo avesse voluto salvare davvero le imprese in
difficoltà, o aiutare le famiglie allo stremo, come primo atto avrebbe dovuto
varare subito una poderosa riduzione della spesa pubblica, meglio se con
l’adozione dei costi standard. Inoltre, avrebbe dovuto destinare maggiori
risorse agli incentivi (quelli veri!) all’occupazione e varare quindi una
progressiva riduzione della pressione fiscale, almeno per gli scaglioni di
reddito più bassi. E invece abbiamo discusso per quasi un anno di primarie del
Pd, di cambio al vertice della segreteria di quel partito, di Imu e, da ultimo,
di legge elettorale. Adesso si è passati dal “cambio di passo” al probabile
“cambio di premier” (dopo Bersani e Letta, il terzo indicato dal Pd in nemmeno
un anno di legislatura!) ma speriamo non si tratti di un mero scambio di
poltrone all'interno dello stesso partito. La verità è che sul Pd ricadono le
gravissime responsabilità di aver sprecato preziosi mesi senza approvare un
solo provvedimento davvero utile ai cittadini.
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