Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, febbraio 12, 2014

TRA PRESUNTI SCOOP E STAFFETTE DI GOVERNO I PROBLEMI VERI SONO ANCORA IN SECONDO PIANO

di Giacomo Stucchi
Il vero dramma degli ultimi fatti della politica romana è che tra presunti scoop giornalistici e annunciate staffette governative i veri problemi dei cittadini passano inesorabilmente in secondo piano. Basti pensare che dopo tutto il caos provocato nello scorso anno sul fronte della tassazione immobiliare a pochi mesi dalla nuova scadenza, di giugno 2014, il governo non ha ancora approvato i provvedimenti per la completa definizione della Tasi. Segno evidente che l’esperienza del 2013 non ha insegnato proprio nulla e, per i contribuenti, si prospetta un nuovo calvario. Del resto, è un fatto che dieci dei diciotto mesi previsti da Letta per realizzare il suo annunciato programma di interventi sono passati senza che un solo risultato sia stato raggiunto. Basta questo per dire che il governo ha fallito e non c’è una sola ragione per cui debba restare al suo posto. Sono troppo deboli e pretestuosi gli argomenti che vorrebbero ascrivere all’attuale Esecutivo i meriti di aver riportato lo spread sotto i 200 punti (le cui fluttuazioni, come è ormai ampiamente dimostrato, non dipendono dalla volontà di Palazzo Chigi), mentre sono da imputare senza alcun dubbio al governo le responsabilità per il drammatico aggravarsi della situazione sui fronti della disoccupazione e del crollo della produzione industriale. Se il governo avesse voluto salvare davvero le imprese in difficoltà, o aiutare le famiglie allo stremo, come primo atto avrebbe dovuto varare subito una poderosa riduzione della spesa pubblica, meglio se con l’adozione dei costi standard. Inoltre, avrebbe dovuto destinare maggiori risorse agli incentivi (quelli veri!) all’occupazione e varare quindi una progressiva riduzione della pressione fiscale, almeno per gli scaglioni di reddito più bassi. E invece abbiamo discusso per quasi un anno di primarie del Pd, di cambio al vertice della segreteria di quel partito, di Imu e, da ultimo, di legge elettorale. Adesso si è passati dal “cambio di passo” al probabile “cambio di premier” (dopo Bersani e Letta, il terzo indicato dal Pd in nemmeno un anno di legislatura!) ma speriamo non si tratti di un mero scambio di poltrone all'interno dello stesso partito. La verità è che sul Pd ricadono le gravissime responsabilità di aver sprecato preziosi mesi senza approvare un solo provvedimento davvero utile ai cittadini.