IL GOVERNO FACCIA COSE UTILI
di Giacomo Stucchi
Nonostante i numerosi appelli del presidente di Confindustria
Giorgio Squinzi al governo affinché adotti subito delle misure per far
ripartire le imprese, i dati forniti sul crollo del manifatturiero sono solo
gli ultimi di una lunga serie, il premier continua a tergiversare ed ad essere
in tutt’altre faccende affaccendato. Al momento infatti il varo del cammino
sulle riforme, con la nomina dei saggi che aiuteranno il governo ad elaborare
le modifiche da apportare alla Costituzione e con il disegno di legge sull'iter
delle riforme stesse, sembra essere la stella polare dell’azione di Palazzo
Chigi. Ma si tratta di un cammino ancora lento, tortuoso e in ogni caso
inefficace rispetto al grido di dolore che ogni giorno proviene da imprese e
famiglie che non sono più in grado di andare avanti. Del tutto stucchevole,
poi, questa storia della durata del governo e della legislatura, un giorno si
vota a ottobre, un altro tra diciotto mesi, un altro ancora tra cinque anni,
così facendo si allontana ancor di più l’elettore dalle urne e si genera un
clima di sfiducia generale. Il governo dura se fa delle cose utili ai cittadini
ma sino ad oggi, in tutta sincerità, di cose fatte ne abbiamo viste davvero
poche. L’indecisione dell’azione del governo, purtroppo, deriva anche dal fatto
che si passa troppo tempo a puntellarlo per metterlo a riparo dalle
fibrillazioni esistenti in entrambe le forze politiche più rappresentative che
lo appoggiano. Nel Pdl, nonostante le smentite ufficiali, anche a causa della
difficoltà a tenere distinte le sorti del governo da quelle giudiziarie del
Cavaliere; ma anche nel Pd, dove covano i problemi più seri. Non dimentichiamo
infatti che uno dei due partiti dai quali dipende l’esistenza stessa
dell’esecutivo si è reso artefice meno di due mesi fa di un impallinamento
clamoroso a due dei suoi principali leader e fondatori, Marini e Prodi, e
ancora oggi continua a soffrire per le iniziative estemporanee di un suo leader
emergente, Matteo Renzi, tanto simpatico alle piazze quanto inviso nelle alte sfere
del suo stesso partito. Letta, quindi, se vuole davvero dare un senso
all’azione del suo governo, farebbe bene a guardare meno al calendario e alle
vicende del Pd e concentrarsi invece sulle cose concrete da fare per rilanciare
l’economia. Sarà più utile a tutti
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