Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, giugno 06, 2013

IL GOVERNO FACCIA COSE UTILI

di Giacomo Stucchi

Nonostante i numerosi appelli del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi al governo affinché adotti subito delle misure per far ripartire le imprese, i dati forniti sul crollo del manifatturiero sono solo gli ultimi di una lunga serie, il premier continua a tergiversare ed ad essere in tutt’altre faccende affaccendato. Al momento infatti il varo del cammino sulle riforme, con la nomina dei saggi che aiuteranno il governo ad elaborare le modifiche da apportare alla Costituzione e con il disegno di legge sull'iter delle riforme stesse, sembra essere la stella polare dell’azione di Palazzo Chigi. Ma si tratta di un cammino ancora lento, tortuoso e in ogni caso inefficace rispetto al grido di dolore che ogni giorno proviene da imprese e famiglie che non sono più in grado di andare avanti. Del tutto stucchevole, poi, questa storia della durata del governo e della legislatura, un giorno si vota a ottobre, un altro tra diciotto mesi, un altro ancora tra cinque anni, così facendo si allontana ancor di più l’elettore dalle urne e si genera un clima di sfiducia generale. Il governo dura se fa delle cose utili ai cittadini ma sino ad oggi, in tutta sincerità, di cose fatte ne abbiamo viste davvero poche. L’indecisione dell’azione del governo, purtroppo, deriva anche dal fatto che si passa troppo tempo a puntellarlo per metterlo a riparo dalle fibrillazioni esistenti in entrambe le forze politiche più rappresentative che lo appoggiano. Nel Pdl, nonostante le smentite ufficiali, anche a causa della difficoltà a tenere distinte le sorti del governo da quelle giudiziarie del Cavaliere; ma anche nel Pd, dove covano i problemi più seri. Non dimentichiamo infatti che uno dei due partiti dai quali dipende l’esistenza stessa dell’esecutivo si è reso artefice meno di due mesi fa di un impallinamento clamoroso a due dei suoi principali leader e fondatori, Marini e Prodi, e ancora oggi continua a soffrire per le iniziative estemporanee di un suo leader emergente, Matteo Renzi, tanto simpatico alle piazze quanto inviso nelle alte sfere del suo stesso partito. Letta, quindi, se vuole davvero dare un senso all’azione del suo governo, farebbe bene a guardare meno al calendario e alle vicende del Pd e concentrarsi invece sulle cose concrete da fare per rilanciare l’economia. Sarà più utile a tutti