STIME DELL'OCSE E CONSENSO POPOLARE IN PICCHIATA PER IL GOVERNO DEI PROFESSORI
Le stime dell'Ocse sulla crescita dell'economia, decisamente più pessimistiche
di quelle del governo, non ci fanno certo dormire sonni tranquilli ma non ci
sorprendono. Da mesi la Lega Nord infatti mette in guardia le forze sociali ed
economiche sulle inevitabili conseguenze recessive della politica del governo,
che non possono fare altro che contrarre il Pil con ricadute negative su
occupazione, salari e prezzi, e adesso tutti i nodi stanno venendo al pettine.
La disoccupazione, con una previsione dell'Ocse di circa il 12% entro il 2014
(un dato che tuttavia non dà l'idea della sua drammaticità se non lo si spalma
sulle diverse realtà territoriali e nelle diverse fasce d'età), è in particolare
il fronte più drammatico di una crisi economica dai risvolti sociali
imprevedibili. Come si sta vedendo del resto con le manifestazioni che si
susseguono ogni giorno e che vedono scendere in piazza un pò tutte le categorie
sociali, dagli operai agli studenti, dagli impiegati della pubblica
amministrazione a quelli delle aziende private, per alzare ovunque un grido di
protesta contro la politica economica e sociale di questo governo. Il fatto è
che sino a quando le imprese del Nord hanno potuto continuare a produrre
ricchezza (e tirare la carretta per tutti!) l'economia in qualche modo è andata
avanti, ma adesso il nostro tessuto produttivo si trova doppiamente penalizzato,
dalla crisi dei consumi e dalla politica vessatoria imposta dal governo, e
quindi le aziende chiudono e gli operari vanno in cassa integrazione Una miscela
esplosiva che sta facendo affogare cittadini e imprese. Non fanno sperare poi in
un miglioramento le riforme, in particolare quella del lavoro, varate da Palazzo
Chigi che anziché incoraggiare le imprese ad assumere sortiscono l'effetto
contrario. La verità è che l'unico risultato ottenuto da questo governo dei
Professori è quello di averci sottomesso completamente alle politiche di rigore
di Bruxelles, senza peraltro avere prima provveduto a mettere un po' d'ordine in
casa propria. Se solo si fosse portato a compimento, per esempio, la nostra
riforma federalista (che tra l'altro prevedeva l'adozione dei costi standard
nella pubblica amministrazione) probabilmente oggi avremmo avuto dei risparmi
significativi sul fronte della spesa pubblica, anziché l'ennesima impennata.
L'elenco delle occasioni perdute da parte di questo governo (che ha potuto
disporre di una maggioranza parlamentare senza precedenti) è comunque molto
lungo, al punto che nemmeno la propaganda di certi organi di stampa e delle
forze politiche pro-Monti, che comunque sembrano perdere sempre più appeal sia
in Parlamento sia tra la gente comune, possono del tutto ignorarlo. D'altra
parte se neppure la recente discesa in campo del partito più vicino a Monti,
quello voluto da Luca Cordero di Montezemolo, è riuscito nell'intento di creare
consenso popolare intorno al Professore, è segno evidente che si tratta di una
battaglia già persa. E manca ancora l'ultima rata dell'Imu!
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