MONTI SPARTIACQUE TRA IL RIFORMISMO FEDERALISTA E IL RITORNO DELL'ASSISTENZIALISMO
di Giacomo Stucchi
Se c'è una cosa che ha caratterizzato l'azione del
governo in carica è quella di avere affossato il Nord, le sue aziende e i suoi
cittadini, ma soprattutto di aver messo le autonomie locali nelle condizioni
peggiori per assolvere la loro funzione di prestatori di servizi pubblici. Il
governo Monti segna uno spartiacque tra la cultura del riformismo, in
particolare federalista, portato avanti dalla Lega Nord e quella
dell'assistenzialismo che speravamo sepolta per sempre. Alla faccia del
risanamento economico, obiettivo sul quale il governo dei Professori ha
decisamente fallito, non c'è un solo provvedimento dell'esecutivo, approvato in
questi mesi, che non abbia contribuito a scavare nella già profonda voragine del
debito pubblico. Il dibattito in Parlamento per l'approvazione del decreto sui
costi della politica, giusto per restare all'attualità, ha messo in chiara
evidenza la matrice assistenzialista che accomuna governo e maggioranza e che
porterà, ancora una volta, le realtà territoriali più sane e virtuose a dover
pagare per le inefficienze amministrative di altri. In particolare, alcune norme
del suddetto decreto prevedono più soldi ai Comuni in rosso, ed un anticipo di
50 milioni alle Regioni con squilibri finanziari. Qui non si tratta di nord o
sud, e specificarlo non è mai superfluo, ma di incapacità, o peggio di
incoscienza, da parte di amministratori che hanno assolto nel peggiore modo
possibile al mandato affidatogli dai loro concittadini e che adesso, ironia
della sorte, vengono quasi premiati dal governo con anticipazioni economiche. Ad
andare a farsi benedire quindi non solo i soldi dei contribuenti, cosa di per sé
già gravissima considerati i sacrifici economici chiesti ai cittadini, ma anche
la speranza di cambiamento che negli ultimi dieci anni aveva visto nella
responsabilizzazione degli enti locali, principio cardine del nostro federalismo
fiscale, un concreta possibilità di attuazione. Oggi come allora, però, l'unico
modo per chiudere i rubinetti della cattiva spesa pubblica del governo centrale
rimane quello di lasciare sul territorio le risorse prodotte, affinché i
cittadini possano controllarne il loro giusto utilizzo ma anche per toglierle
dalle grinfie dei partiti romani e di uno Stato sprecone. Purtroppo il governo
Monti, e la strana maggioranza che lo appoggia, vanno nella direzione
esattamente contraria. Come si può constatate, seguendo anche l'iter
parlamentare dei vari provvedimenti legislativi, quando si tratta di allargare i
cordoni della borsa E USARE I SOLDI DEL NORD per elargire denaro pubblico, a chi
dovrebbe invece rispondere per averlo sperperato a piene mani, Pd e Pdl si
ritrovano alla grande.
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