Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, marzo 29, 2012

MONTI E LA TORRE DI BABELE DELLA SUA MAGGIORANZA

di Giacomo Stucchi

Non c'era certo bisogno di aspettare le parole del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, per capire che il Paese sta attraversando una dura fase di recessione economica dalla quale sarà davvero complicato uscire. Ma il punto è che più che a risolvere i molti problemi sul tappeto il governo Monti sembra essere parecchio impegnato a dirimere le controversie con la sua maggioranza. Altro che alto gradimento popolare, del quale lo stesso Monti si è vantato coi suoi interlocutori nel tour in Asia, qui siamo dinanzi ad una vera e propria torre di Babele. Dichiarazioni, vertici e riunioni (qualcuna ufficiale e molte segrete), che ormai si susseguono a ritmo continuo, dicono infatti che i dirigenti dei partiti che appoggiano il governo tecnico parlano ognuno un linguaggio diverso, senza ovviamente capirsi, facendo precipitare il Paese in un caos totale. Il fatto è che i partiti della maggioranza non si fidano per niente l'uno dell'altro e quindi, alla faccia dell'interesse dei cittadini (in nome del quale dicono di governare), pensano solo a come fare per restare incollati alle poltrone. Sia che si vada al voto in autunno, sia che si resti sino al 2013, il progetto di 'abc' (Alfano, Bersani e Casini) è quello di rimanere esattamente dove sono il più a lungo possibile. Soprattutto in previsione del fatto che l'anno prossimo, oltre alle elezioni Politiche e il cambio a Palazzo Chigi, ci sarà l'avvicendamento al Quirinale. Ma per arrivare al 2013 da posizioni di forza il trio 'abc' e lo stesso Monti, dopo avere miseramente fallito nella loro azione di governo, sia sul piano economico che su quello politico, devono ora inventarsi qualcosa di nuovo che giustifichi agli occhi dell'opinione pubblica la loro permanenza nella stanza dei bottoni. Ecco allora la trovata della riforma elettorale e istituzionale. Un pretesto utile per andare oltre la scadenza delle elezioni amministrative, valutare il risultato del voto (che già si annuncia pessimo per la maggioranza), ma soprattutto superare l'ira dei cittadini alle prese con le prossime scadenze fiscali imposte loro dal governo tecnico, a partire da quella sull'Imu. A quel punto ecco trovato lo stratagemma per rimanere attaccati alle poltrone: una nuova legge elettorale che non preveda l'obbligo di coalizione per i partiti e che lasci le mani libere ai loro dirigenti di fare quello che gli pare una volta ottenuto il voto ed essere tornati quindi in Parlamento. Un giochetto che permetterebbe, in particolare ai centristi come Casini, di 'darsi' al migliore offerente ma solo ad urne chiuse e quindi a risultato conseguito. Si tratta del più eclatante tentativo di restaurazione della partitocrazia, sfacciatamente compiuto ad opera dei leader di Pdl, Pd e Terzo Polo, contro il quale la Lega Nord farà le barricate dentro e fuori il Parlamento.