Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, marzo 06, 2012

ATTENTI A MONTI!

di Giacomo Stucchi

Stiano sul 'chi va là' i pensionati, o coloro che a breve dovrebbero diventarli, o i piccoli proprietari di case o ancora le piccole e medie imprese, perché Elsa Fornero, ministro del Welfare, nel rinviare di giorno in giorno il varo della riforma del mercato del lavoro, non promette nulla di buono. Ciò che ha portato il rinvio del confronto con le parti sociali è stata l'individuazione delle risorse da destinare al sostegno degli ammortizzatori sociali, che secondo i sindacati ammontano ad almeno 2,2 miliardi. Un fatto che non ci lascia per niente tranquilli non per la necessità degli stessi, che condividiamo, ma perché dopo aver visto all'opera questo governo di tecnici e di banchieri per i primi cento giorni sappiamo ormai che le risorse per fare le riforme vengono sempre trovate sulla pelle dei cittadini più deboli, e di quelli Padani che pagano le tasse. Quindi non c'è da essere allegri su i contenuti della riforma sul lavoro. Inoltre, il confronto tra governo e parti sociali continua ad essere un dialogo tra sordi. 'Lotta alle precarietà e allargamento delle tutele con un sistema di ammortizzatori sociali universale, senza togliere a chi ha e dare poco a chi verrà come è successo con la riforma delle pensioni e nessun intervento sull'articolo 18', sono le priorità della riforma secondo la leader della Cgil Susanna Camusso, più sibillina invece la Fornero per la quale bisogna introdurre nel sistema 'un adeguato grado di buona flessibilità nell'utilizzo del lavoro stesso da parte delle imprese e un adeguato sistema di strumenti - assicurativi e assistenziali - che consentano ai lavoratori e alle imprese di gestire il cambiamento e il rinnovamento strutturale, anziché subirli'. Già, ma chi paga? Quelle del ministro sono solo parole, che però bisognerà vedere come si tradurranno sul piano concreto. Sino ad oggi i provvedimenti del governo Monti, approvati dalla maggioranza Pdl-Pd-Terzo Polo, hanno portato ad una fase di recessione avanzata dalla quale non si vede una via d'uscita. La disoccupazione è a livelli da record e le imprese (soprattutto quelle del nord che non vivono di assistenzialismo e pagano i tributi) chiudono. Le uniche cose che aumentano sono la pressione fiscale, che ancora deve scontare gli effetti dell'Imu e delle nuove addizionali Irpef, e il conflitto sociale. In primo luogo quello tra categorie di lavoratori, ma poi anche quello tra parti del Paese profondamente diseguali sul piano economico. Hai voglia a far intonare l'Inno di Mameli nelle scuole: il gap esistente tra nord e sud non si annulla certo con una cantata! Solo la Lega Nord aveva trovato una soluzione concreta con il federalismo fiscale e le sue articolazioni, come quella delle adozioni dei costi standard. Ma tutto è stato buttato a mare da un governo centralista e nemico della Padania, che favorisce il decentramento solo quando disloca al nord i criminali in soggiorno obbligato.