Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, marzo 11, 2010

LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE, QUELLE DEL PD ANCOR DI PIU'

di Giacomo Stucchi

Se c’è una lezione da trarre da questo pasticcio delle liste regionali è che della sinistra non ci si può mai fidare. Né dentro né fuori il Parlamento. Il fatto è che il Pd dimostra una paura matta di perdere le elezioni e quindi si affida alle carte bollate, anziché al responso elettorale, per cercare di battere l’avversario. La stessa “moratoria” sui ricorsi e contro ricorsi, proposta dal segretario di turno del Pd Bersani (in due anni ne hanno cambiati tre!) in conferenza stampa, è apparsa più un pretesto per avere l’occasione di confutare le ricostruzioni del premier che non un sincero e concreto tentativo per stemperare il clima politico. D’altra parte all’opposizione, se lo volesse davvero, non mancherebbero certo le occasioni per dimostrare all’opinione pubblica di non volersi trincerare dietro uno sterile ostruzionismo ma, anzi, di voler concretamente contribuire a rendere un buon servizio ai cittadini. Come? Per dare un concreto segnale, basterebbe che nell'aula della Camera, dove continua l'esame degli ordini del giorno al decreto legge sugli enti locali, su cui l'opposizione da più giorni ha iniziato un ostruzionismo in polemica con la presentazione del provvedimento per le elezioni regionali, si rinunciasse ad alzare le barricate. Dopo l’ennesima sceneggiata dell’Idv al Senato, quella in atto alla Camera è senz’altro un’altra inutile e inconcludente melina parlamentare, che ha il solo risultato di slittare il voto finale sul testo, previsto già per martedi' scorso. A tutto ciò, come se non bastasse, c’è da aggiungere la messinscena quotidiana con la quale il Pd a parole dice di prendere le distanze dalle posizioni estreme Di Pietro, ma nei fatti poi va al suo traino, con gravi conseguenze sia sul piano politico, sia su quello istituzionale. La strategia del maggior partito d'opposizione è quindi sempre la stessa e consiste soprattutto nel mistificare la realtà agli occhi della gente. Dice di non voler andare ad elezioni senza le liste del Pdl, perché sarebbe un vantaggio antidemocratico, ma poi fa di tutto per escluderle con ricorsi di ogni tipo; dice di voler collaborare in Parlamento con la maggioranza per fare le riforme, ma poi i suoi deputati si presentano in Aula con lo stesso atteggiamento di chi va in trincea. Insomma, lo scopo del Pd è quello di voler dare l’impressione di agire nell’interesse dei cittadini, per non rendere evidente una triste realtà: quella di una classe dirigente molto preoccupata, per una probabile sconfitta alle elezioni anche in Regioni, sino ad oggi, tradizionalmente della sinistra, e conscia di dovere cedere visibilità e iniziativa politica ad un Di Pietro sempre più barricadiero e giustizialista.