Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, febbraio 26, 2008

Criticano Berlusconi ma poi si passano il testimone

di Giacomo Stucchi

L’accusa alla Federazione della Libertà (PDL, LN e MPA), da parte del candidato premier del Partito Democratico Veltroni, di voler dividere il Paese stipulando alleanze territoriali, è di quelle che lasciano davvero senza parole. In campagna elettorale, lo sappiamo, è consentito dire quasi tutto, ma un po’ di ritegno, crediamo, non debba mai mancare. L’alleanza del Popolo delle Libertà con la Lega in Padania e con l’Mpa di Lombardo al Sud, infatti, non divide per nulla ma, anzi, consente alle diverse peculiarità territoriali, e alle loro istanze, di avere una legittima rappresentanza politica in grado di sostenerle. Quello della divisone del Paese, ad opera della Lega Nord, è un argomento trito e ritrito, al quale oramai non crede più nessuno. Certo, è comprensibile che per il segretario del Pd, che ha una cultura centralista, sia un po’ difficile accettare l’idea che movimenti politici federalisti e autonomisti, quali sono la Lega Nord e l’Mpa, possano avere ampia rappresentanza in Parlamento, ma ormai il dado è tratto e quindi l'ex Sindaco "de Roma" si rassegni all’evidenza. Piuttosto, a proposito di problemi territoriali, Walter il buonista avrrebbe fatto meglio ad occuparsi un po’ di più della sua città, occupandosi dei problemi reali della gente e non solo della sua immagine. E proprio seguendo questa filosofia amministrativa ha messo in scena l’ennesima farsa, ovvero la cerimon per passare il testimone di primo cittadino a Francesco Rutelli, che lo ha già preceduto in quel ruolo, per dieci anni di fila, senza lasciare alcun rimpianto. Quando mi capita di parlare di politica con i cittadini romani, infatti, raramente i miei interlocutori si dichiarano estimatori di Rutelli. Forse perché, dal degrado delle periferie all’invivibilità del centro storico, egli ha lasciato una città nel caos; oppure perché, dopo tanti anni di centrosinistra, c’è voglia di cambiamento. Fatto sta che non c’è molto entusiasmo all’idea di un ritorno di Rutelli alla guida del Campidoglio. Eppure, per la carica di primo cittadino a Roma, Veltroni e compagni hanno pensato proprio a lui. Come se l’ex segretario della Margherita, nelle sue precedenti esperienze, avesse brillato come nessun altro prima e, quindi, si sentisse la necessità di un suo ritorno. La verità è Rutelli non ha fatto nulla, ne da Sindaco né da Ministro per i Beni Culturali. L’unico bilancio che si può trarre, tanto dai suoi precedenti di amministratore locale quanto da quella di Ministro, è quello del fallimento. Eppure, il Pd lo premia con una candidatura al Campidoglio. Il fatto è che questi del centrosinistra cambiano il nome ma non l’attitudine a restare incollati alle poltrone. Come hanno fatto, per esempio, il governatore della Campania Bassolino e il sindaco di Napoli Iervolino che, se avessero avuto un minimo di coscienza, non avrebbero nemmeno dovuto mettere più piede nei palazzi istituzionali, ma rassegnare subito le dimissioni. E invece no! Non solo restano al loro posto ma continuano a far danni, come dimostra l’emergenza rifiuti ancora molto lontana dall’essere risolta. Se a presiedere la regione Campania, o il comune del capoluogo partenopeo, ci fosse stato un rappresentante del centrodestra, siate pur certi che prima sarebbe stato lapidato da certa informazione, e poi, probabilmente, perseguito dalla magistratura. E invece, questi incoscienti, restano lì dove sono e, anzi, addossano ad altri le loro responsabilità.
TRATTO DA LA PADANIA DEL 26 FEBBRAIO 2008