Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, febbraio 14, 2008

Veltroni fa dietrofront

di Giacomo Stucchi

Raggiunto l'accordo tra Partito democratico e Italia dei valori (Idv) per le prossime elezioni politiche. Lo ha confermato un soddisfatto Antonio Di Pietro al termine dell'incontro con il segretario del Pd Walter Veltroni (il quale si è dimesso da sindaco di Roma, lasciando la capitale in un mare di problemi irrisolti). Il partito dell’ex magistrato sottoscrive, quindi, il programma del Pd e appoggia Veltroni candidato premier. Dopo le elezioni, pare, verrà costituito un unico gruppo parlamentare. Nessuno si scandalizza per il fatto che il segretario del Pd, magari dopo aver fatto quattro conti sui possibili risultati elettorali che verrebbero fuori dalla sua scelta di correre da “solo”, abbia clamorosamente cambiato idea e deciso di farsi dare un aiutino dall’ex pm. Capita, in politica, di cambiare idea. Ma il punto è che, ancora l’altra sera, Veltroni si vantava, e rivendicava, il fatto di essere l’unico in queste elezioni ad andare al voto con un solo simbolo. A questo punto viene spontaneo chiedersi se Di Pietro sia solo un fantasma, un ectoplasma, o cosa? Perché, se abbiamo inteso bene, dalle dichiarazioni del ministro del Governo Prodi, pare di capire che l’Idv correrà col proprio simbolo accanto a quello del Pd. Non si tratta di lana caprina, ma una precisazione in tal senso, soprattutto per rispetto degli elettori, forse il segretario del Pd dovrebbe darla. Anche perché, sarebbe bello sapere, per esempio, se per Antonio Di Pietro sia previsto un incarico ministeriale nell’ipotesi, che noi giudichiamo impossibile, di vittoria della sua coalizione. Se così fosse, i cittadini, che certo non avranno dimenticato la circostanza che il ministro Di Pietro in venti mesi di governo non ha inaugurato un solo metro di autostrada, avrebbero un elemento in più per valutare a chi dare il voto i prossimi 13 e 14 aprile. A noi pare che Veltroni, che in tv dichiara di essere l’innovatore di questa campagna elettorale, vantandosi di aver dato vita addirittura ad una nuova fase della politica italiana, inciampi invece nel classico vizio di predicare bene e razzolare male. Come può dire, infatti, all’opinione pubblica di presentarsi da solo, col proprio simbolo, quando invece ha già stretto l’accordo con Di Pietro per un apparentamento? Penso che questo sia un pessimo modo di iniziare un confronto con l’elettorato che, di certo, dopo l’ultima esperienza di Prodi al Governo, non è ben predisposto nei confronti del centrosinistra. Il fatto è che possono cambiare il nome quanto vogliono, ma l’abitudine a prendere in giro i cittadini non la cambiano di certo! Ma c’è un altro aspetto, che gli elettori non dovranno sottovalutare quando si troveranno nel segreto dell’urna, e che costituisce un ulteriore presa in giro nei loro confronti da parte del Pd: ovvero quello di far sembrare a) che il partito sia monolitico dietro alla leadership di Veltroni b) che ci sia stato un effettivo ricambio della sua classe dirigente; circostanze queste che non corrispondono al vero. Il fatto è che la caduta del Governo Prodi, da noi ampiamente pronosticata, ma dal centrosinistra sempre esorcizzata, ha provocato un autentico choc nell’ex maggioranza. I vari Rutelli, D’Alema, Fassino, come del resto lo stesso Prodi, vivono oggi una sorta di catalessi, come succede ad un pugile quando subisce un Ko, e pertanto lasciano che l’ex sindaco di Roma agisca quasi liberamente. Ma finita la campagna elettorale è certo che la musica cambierà.