Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, giugno 07, 2006

QUANTE BUGIE SULLA DEVOLUTION

di Giacomo Stucchi


Parlare di rivincita del centrodestra in caso di vittoria dei "si" alle elezioni del prossimo 25 giugno, per il referendum confernativo sulla riforma costituzionale , è quanto meno improprio. In primo luogo perchè non bisogna guardare allla riforma voluta dalla Cdl nella scorsa legislatura come ad una soluzione di parte, magari adottata proprio per fregare l'avversario politico. No, non c'è nulla di tutto questo. La Costituzione, ovvero il fondamento di tutto l'ordinamento legislativo, possiede per antonomasia il carattere di astrattezza e di generalità che accomuna tutte le leggi. Se un singolo provvedimento legislativo, ancorchè giusto e necessario, può anche non essere condiviso da una parte dell'opinione pubblica, lo stesso non può accadere per la legge costituzionale nella quale invece ogni singolo cittadino deve riconoscersi pur nelle diversità e nelle specificità. In secondo luogo perchè, proprio in conseguenza di quanto detto sopra, un conto sono le regole nelle quali un popolo, sia pur composito e variegato, si riconosce e in nome di esse agisce in politica, nell'econmia, nel sociale; un altra cosa è invece l'agone politico nel quale i partiti o movimenti si confrontano, si presentano agli elettori e sulla base dei consensi ottenuti esercitano il ruolo di maggioranza o di opposizione. Come si vede, si tratta di concetti semplici, direi quasi elementari, almeno in una democrazia consolidata. Ma siccome a pensare male si fa peccato, ma molto spesso si indovina, andiamo oltre il suddetto ragionamento e cerchiamo di guardare la questione dal punto di vista di chi non vuole, avendolo dichiarato in tutti i modi, che il refendum confermativo venga approvato e per questo utilizza tutti gli strumenti, compreso quello della menzogna, per riuscirci. Bugia numero uno: nel centrosinistra si dice che la riforma della Cdl è il risultato di decisioni unilaterali e che in nessun punto ci sia l'accordo bipartisan. Si tratta di un'affermazione del tutto falsa. Il testo definitivo approvato nella doppia lettura di Camera e Senato, oltre ad essere passato al vaglio di tutti gli organi parlamentari competenti, nei quali sono rappresentati tutti i partiti di maggioranza e di opposizione, è stato più volte modificato anche con proposte dell'Unione. Ma il punto è un altro. Quando le proposte dell'opposizione erano effettivamente propositive sono state ben accette, ma quando invece esse hanno cominciato a diventare strumentali e mirate all'unico obiettivo di non far approvare la riforma in tempo per la conclusione della legislatura, allora il discorso è cambiato. Non si trattava più di accordi bipartisan, ma di scontro tra chi voleva fare la riforma e chi invece non voleva toccare alcunchè del testo del '46. Purtroppo, dopo cinque anni di governo della Cdl e molti altri di dibattito intorno al tema delle riforme, ancora oggi siamo qui a parlare delle necessità o meno di farle, mentre invece avremmo dovuto già cominciare a raccogliere i frutti dei cambiamenti. Un altra bugia, tra le più gettonate, è quella sui presunti effetti negativi della riforma. Premesso che dei suoi contenuti avremo modo di tornare in altri interventi, ciò che adesso preme far notare è la pesante campagna di dileggio messa in opera dal centrosinistra per screditarre agli occhi dell'opinione pubblica il nuovo testo costituzionale. Che non provocherà alcun dissesto economico, se alla sua approvazione seguirà anche quella del federalismo fiscale; che non produrrà maggiori diseguaglianze fra Regioni con caretteristiche e capacità economiche diverse, poichè sono previsti meccanismi di compensazione; che non darà luogo a nessuna confusione istituzionale, soprattutto nella ripartizione delle comperenze tra Stato e Regioni, in quanto di fatto supererà la sciagurata riforma del titolo V della Costituzione, voluta dal centrosinistra nel 2001 solo come specchietto per le allodole per intercettare i voti federalisti, finita invece per procurare un infinito numero di conteziosi che in molti casi hanno paralizzato l'azione amministrativa degli enti territoriali. Come appare evidente, se nella Cdl si vuole veramente portare a termine il processo riformatore avviato negli anni di governo, risultato possibile solo con una vittoria al refendum confermativo, bisogna per prima cosa fare un operazione di verità sui temi in questione. Ma il tempo non è molto e quindi non serve perderne ancora.