IL BIOTESTAMENTO SIMULACRO DI UNITA' NELLA SINISTRA
di Giacomo Stucchi
L’accelerazione in Senato sul biotestamento è il
frutto delle forti preoccupazioni del Pd di recuperare un po’ di consenso in
quella parte di elettorato a sinistra che appare sempre più determinato ad abbandonarlo, perché
deluso dalle politiche governative dem e anche perché attratto dai nuovi
raggruppamenti che sono stati annunciati in quell'aerea politica. Guardando
però all’interesse generale, anziché a quello di parte, come purtroppo fa ormai
da tempo il Pd, sarebbe stato più logico discutere subito il nuovo regolamento
del Senato in maniera tale da lasciare agli atti un reale cambiamento. Tra le
novità previste, infatti, il divieto di
formare i nuovi gruppi rispetto ai partiti
o alle coalizioni che si sono presentati alle elezioni per porre così un
deciso freno al trasformismo parlamentare. Un fenomeno disdicevole che ha visto
taluni parlamentari “cambiare casacca”
con una frequenza che nella legislatura in corso ha raggiunto livelli patologici. Sono inoltre previste misure per
ridurre i tempi di discussione dei provvedimenti in assemblea e limitare così
l’ostruzionismo, ma anche sull’astensione che potrebbe non essere più
considerata un voto contrario. Insomma, pur trattandosi di materia tecnica da
addetti ai lavori, che forse potrebbe non suscitare l’attenzione del grande
pubblico, sono pur sempre argomenti di interesse generale perchè servono a migliorare la qualità del lavoro legislativo.
Ma il Pd di Matteo Renzi non sembra essere interessato al tema, forse
perché troppo impegnato a fermare un’emorragia di consensi elettorali che
sembra essere inarrestabile; e siamo solo all’inizio della campagna
elettorale. Ecco allora utilizzare temi
come il fine vita o lo ius soli come merce
di scambio per potenziali alleati, ma si tratta di un simulacro di identità e
di unità nella sinistra che di certo non servirà a convincere gli elettori a
scegliere questo schieramento.
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