Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, ottobre 31, 2017

UNA MANOVRA ACCHIAPPA-VOTI

di Giacomo Stucchi

La manovra economica del Governo si caratterizza più per la solita politica dei bonus che non per interventi efficaci, in grado cioè di aiutare davvero le imprese a crescere e le famiglie ad affrontare le mille difficoltà che uno Stato, fin troppo distratto nei loro confronti, non fa nulla per alleviare. In particolare viene ampliata la platea dei beneficiari del bonus Irpef, gli 80 euro di renziana memoria. Una politica che si è già rivelata poco efficace per quanto riguarda i suoi riflessi sul fronte dei consumi, considerato che le famiglie che ne usufruiscono preferiscono pagare una bolletta anziché comprare un capo d'abbigliamento, e che ci riporta indietro di quasi quattro anni quando il bonus fu voluto dall'allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per accattivarsi le simpatie degli elettori alle consultazioni Europee. Dopo quasi quattro anni la modalità è la medesima e si continua ad ammiccare all'elettorato con queste elargizioni. Nel frattempo però altri settori vengono lasciati nel limbo dell’incertezza. Penso, per esempio, a quello immobiliare. Con la proroga di due anni, anziché la stabilizzazione, della cedolare secca al dieci per cento sui contratti di affitto concordato; dai quali peraltro rimangono esclusi uffici e negozi. Una misura che se fosse stata stabilizzata avrebbe di sicuro dato slancio e ossigeno a un mercato penalizzato dalla tassazione e avrebbe di certo, come dimostrano tutte le statistiche e i dati, contribuito a far emergere il nero. Ancora bonus, poi, per i primi tre anni di assunzione di under 30; uno sconto contributivo che per il solo 2018 vale anche per stabilizzare chi non ha ancora compiuto 35 anni. Si tratta di misure che si sono già rilevate un palliativo, come dimostrano del resto i dati Istat che certificano in crescita il tasso di disoccupazione giovanile (relativo alla fascia di età 15-24 anni), che a settembre risale al 35,7%, con un aumento di 0,6 punti percentuali su base mensile. Si continua a cercare di creare lavoro con provvedimenti legislativi, molto costosi per lo Stato, mentre si trascura la possibilità di abbassare le tasse alle imprese per metterle nelle migliori condizioni per creare sviluppo e occupazione. Insomma, siamo alle solite misure che non hanno nulla di strutturale e che non guardano alla soluzione dei problemi alla loro radice. Perché l’obiettivo è quello di far contenti gli elettori, in vista della consultazione elettorale della prossima primavera, nella speranza che certe elargizioni bastino ad accattivarsi le loro simpatie.