RENZI SCENDE DAL TRENO PER RIFUGIARSI DA OBAMA
di Giacomo Stucchi
La defezione di Matteo Renzi dalla campagna
elettorale per l’elezione del nuovo governatore della Sicilia, con la
“distrazione” del viaggio negli Stati Uniti per partecipare all’Obama Foundation
di Chicago, la dice lunga sulle quasi inesistenti aspettative di vittoria che il
Pd ha in Sicilia il prossimo 5
novembre. L’impressione, però, è che la lontananza non sia limitata
solo all’assenza totale dalla campagna elettorale siciliana, dove peraltro il
candidato del Pd Fabrizio Micari è
stato lasciato completamente solo da tutti i dirigenti Dem, ma sia anche un
modo per marcare la distanza, che in questo momento esiste, da una leadership di
governo che il segretario del Pd obtorto collo è costretto ad appoggiare ma che
non vede più come una sua diretta emanazione. Lo scontro istituzionale sulla
riconferma di Ignazio
Visco a governatore della Banca d’Italia, del resto,
è solo la punta dell’iceberg di diffidenza e sfiducia che ormai caratterizza i
rapporti tra esponenti del Pd, dentro e fuori il governo. Il fatto è che il
presidente del Consiglio, Paolo
Gentiloni, mentre scaldava la poltrona al suo segretario, deve
averci preso talmente gusto nell’occupare il suo nuovo ruolo da non avere più la
minima intenzione di lasciarlo. Sicché l'ex inquilino di Palazzo Chigi deve
aver pensato che, in questa fase, con una quasi certa sconfitta elettorale alle
porte (l’ennesima!) e un capo dell’esecutivo del quale diffidare sempre più,
era meglio andare oltreoceano anziché continuare a girare con il suo treno per
il Paese a prendere fischi e insulti in tutte le stazioni. Già, perché se
l’iniziativa del tour in treno doveva servire al segretario del Pd per
riconquistare consensi, di certo ne avrà tratto le sue conclusioni; visto che
non c'è stata una sola tappa in cui la sua presenza non sia stata oggetto di
contestazioni da parte dei cittadini. Che, d'altra parte, non possono che
essere arrabbiati per essere stati presi continuamente in giro dai
governi Letta-Renzi-Gentiloni, che
hanno promesso mari e monti, ma poi non hanno fatto neppure il minimo sindacale.
2 Comments:
Sagge e sante parole!
Come la realtà ha dimostrato
Posta un commento
<< Home