Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, ottobre 11, 2016

QUANTO CI COSTERANNO LE RAGIONI DEL SI'

di Giacomo Stucchi
All'indomani della Direzione nazionale del Pd l'impressione è che le aperture di Renzi sull’Italicum arrivino fuori tempo massimo; e comunque si rinvia tutto a dopo il referendum, non si prendono impegni su niente, non si dice una parola sul merito. Insomma, troppo poco e troppo tardi. Il premier, quindi, non sembra aver convinto più di tanto Bersani e Speranza, che forse non sono più disposti a dare credito al segretario-presidente. I cittadini sono costretti così ad assistere al paradosso di un premier che, da un lato, cerca di portare dalla parte del Sì quanti più elettori possibili, ma dall’altro lato non riesce nemmeno a fare breccia in una parte del suo partito. Intanto prosegue la martellante propaganda sui media a favore del Sì. La tv pubblica, in particolare, è ormai totalmente schierata sul fonte del governo e consente al premier veri e propri monologhi in totale disprezzo di ogni forma di par condicio. Dagli spot pubblicitari agli interventi del presidente del Consiglio, che ha ormai smesso i panni di capo del governo per indossare quelli di imbonitore televisivo a tempo pieno, non passa più una sola ora del giorno e della sera senza che gli ignari telespettatori siano costretti a sorbirsi le ragioni del Sì; da parte di un servizio pubblico a pagamento il cui canone , grazie a Renzi, hanno peraltro pagato nella bolletta per la luce. Tra una balla e l’altra, circa i “meravigliosi” cambiamenti che la nuova Costituzione porterà al Paese, anche la manovra economica del governo viene utilizzata per far propaganda; ma le regalie elettorali, pensate dal premier per cercare di far vincere il Sì referendario, alla fine non lasceranno soddisfatta davvero nessuna categoria sociale. Inoltre, con l’aria che tira dalla parte del Pd, bisognerà poi vedere quanti estimatori troverà in Parlamento questa manovra. Dalle pensioni, con tutte le incognite che ancora gravano tanto sulla platea dei beneficiari dell'Ape quanto sull’aumento e sull’estensione della 14esima per le pensioni minime, alle imprese, con l'introduzione della nuova Iri, allo sblocco del contratto degli statali, le risorse messe a disposizione sono infatti irrisorie e per giunta tutte in deficit. L’impressione è che, alla fine, più che una reale ripresa economica avremo solo intere categorie sociali insoddisfatte e nuovi debiti da onorare.