CITTADINI SFIDUCIATI, AGLI SLOGAN NON CREDE PIU' NESSUNO
di Giacomo Stucchi
Gli eventi degli ultimi giorni hanno portato il Paese a stringersi con un
grande afflato di solidarietà ai cittadini del centro Italia gravemente colpiti
dal sisma del 24 agosto; e non saranno mai abbastanza i ringraziamenti che noi
tutti dobbiamo a coloro che hanno profuso le loro energie per salvare vite
umane da sotto le macerie. Il tragico evento irrompe nell’agenda del governo
in un clima politico che nei mesi scorsi il premier e i suoi ministri avevano
contribuito non poco ad avvelenare, soprattutto con la personalizzazione del
voto referendario. Una “strategia” che non ha portato a nulla di buono, né al
Paese né ai cittadini; e gli ultimi dati forniti dall’Istat, basati su
interviste realizzate prima del tragico terremoto della scorsa settimana,
certificano peraltro l’incapacità di Palazzo Chigi di determinare condizioni in
grado di far cambiare il profondo senso di sfiducia che esiste nelle imprese e
nelle famiglie. Insomma, la situazione non è certamente delle migliori e
occorrerebbero, quindi, misure urgenti dal parte del governo per cercare di
venirne fuori alla svelta. Sino ad oggi Renzi e i suoi ministri hanno sempre
utilizzato degli slogan per cercare di rendere popolari le loro riforme. Dal
Jobs Act alla Buona Scuola, dall’Italicum alla riforma costituzionale, i
provvedimenti portati avanti dal governo e approvati dalla maggioranza, oltre a
non dare risultati soddisfacenti, hanno però più diviso che unito, più
complicato che risolto i problemi, più reso pessimisti che ottimisti i
cittadini. Forse anche perché l’idea dell’uomo solo al comando, che ha sempre
caratterizzato l’operato di Renzi e che in parte ha ispirato i suddetti
provvedimenti, non funziona e non dà i suoi frutti. Adesso però il premier non
può pensare di affrontare con la stessa metodologia i problemi che sono sul
tappeto in queste ore. A cominciare dall’improrogabile necessità di togliere al
più presto gli sfollati del terremoto da sotto le tende prima che arrivi il
freddo.
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