Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, maggio 05, 2016

CON L'APE ARRIVA L'ENNESIMA FREGATURA

di Giacomo Stucchi
Quando si osserva la politica degli annunci del presidente del Consiglio è inevitabile pensare al proverbio “il lupo perde il pelo ma non il vizio”. Dopo due anni di dichiarazioni a effetto, alle quali poi però non sono seguite misure efficaci per superare davvero la crisi economica e far risalire la china al Paese, ecco spuntare l'ennesima comunicazione via twitter del premier. Questa volta si tratta della flessibilità in uscita per accedere alla pensione e si chiama Ape, che sta per Anticipo Pensionistico. Ma più che una soluzione ai drammi sociali, provocati dall’introduzione dello sciagurato scalone della Legge Fornero, a noi sembra una vera e propria fregatura ai danni dei cittadini. In sostanza a coloro i quali si trovano al massimo a tre anni dall’età pensionabile, il presidente del Consiglio “offre” una soluzione che appare già come una beffa, perchè prevede per ogni anno di anticipo un taglio dell’assegno del 4% ma con una soglia variabile in base al reddito che potrà diventare più pesante per gli assegni più alti e più leggera per quelli più bassi. In alcuni casi, con tre anni di anticipo, il taglio complessivo potrebbe quindi aggirarsi intorno al 25/30%. Ma si tratterebbe di una misura da far valer solo per un certo periodo di tempo per permettere ai nati nel ’51-’53, quelli che Renzi definisce “più sfigati” per aver visto sfumare l’opportunità di andare in pensione con le vecchie norme, di ottenere l’assegno pensionistico già a partire dal prossimo anno. Il pensionato “flessibile”, quindi, lascerebbe il lavoro prima della scadenza prevista dalla Legge Fornero, 66 anni e sette mesi, per incassare però un anticipo dell’assegno più basso rispetto alla pensione normale secondo le suddette regole del 4%. L’anticipo lo restituirà poi in piccole rate che verranno trattenute dal momento in cui decorre la pensione normale. Quindi, anziché cambiare la Legge Fornero, che blocca la ripresa economica del Paese perchè impedisce ai sessantacinquenni di andare in pensione e ai venticinquenni di trovare un lavoro, il governo propone ai pensionandi una soluzione peggiore del male e nega ai futuri pensionati la speranza di una revisione dell’attuale assurda normativa sulle pensioni. Infine un’amara constatazione: se il governo non avesse utilizzato i miliardi di euro che ha speso per elargire bonus, di certo graditi da parte di chi li ha ricevuti ma non in grado di rilanciare i consumi e l’economia, o finanziare provvedimenti fine a se stessi, forse oggi non sarebbe necessario costringere la gente a tagliarsi l’assegno previdenziale per avere riconosciuto il sacrosanto diritto di andare in pensione.