QUEI NUMERI CHE DANNO FASTIDIO AL GOVERNO RENZI
di Giacomo Stucchi
Le ultime cifre fornite dalla Banca d’Italia e dall’Istat mettono in chiaro
come la situazione economica del nostro Paese sia ben lontana dalla
fantasmagoriche slides tanto care al presidente del Consiglio ma buone solo a
fare della propaganda. Da un lato, infatti, si certifica l’aumento di 21
miliardi del debito delle amministrazioni pubbliche, che tocca così la
stratosferica quota di 2.191,5 miliardi, dall’altro lato, invece, si conferma
che a febbraio l’economia è tornata in deflazione con una diminuzione dei prezzi
al consumo dello 0,3% su base annua, il più ampio da oltre un anno, e una
riduzione dello 0,2% anche su base mensile. Inoltre, le entrate tributarie
contabilizzate nel bilancio dello Stato, che in gennaio sono state pari a 34,2
miliardi, sono in aumento rispetto allo stesso mese del 2015. Insomma, lo Stato
continua a indebitarsi e a finanziarlo sono sempre più le tasche dei cittadini
che, difatti, spendono e consumano poco perché rimane loro solo una minima parte
del reddito dopo aver pagato le tasse. Questa è l’Italia di Renzi, altro che
“cambio di passo” e “ripartenza”! Qui siamo alle solite, con uno Stato
centralista e spendaccione che, per colpa di un governo incapace, non è in grado
di razionalizzare la spesa e amministrare come si deve la montagna di miliardi
che i cittadini versano ogni anno nelle sue casse; rinunciando a fare acquisti,
un viaggio o, in alcuni casi, anche delle cure sanitarie. La buona qualità
della vita, insomma, che ognuno ha il diritto di avere, diventa solo una
chimera. Perché la realtà è data dai numeri “veri” che, si sa, danno fastidio
al governo perché “disturbano” la narrazione renziana di un Paese che va a
gonfie vele e fotografano, invece, un’allegra gestione dei conti pubblici che,
prima o poi, ci farà sbattere contro un muro.
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