IN LIBIA IL TEMPO NON GIOCA A NOSTRO FAVORE
di Giacomo Stucchi
La politica del governo Renzi sulla Libia, dove tra i tanti problemi c'è
anche quello di una concreta minaccia terroristica, è sufficiente a farci
dormire sonni tranquilli? L’impressione è che non lo sia. Anche perché dalla
Libia, chiusa la rotta balcanica e con l’arrivo della bella stagione che porta
con sé condizioni di mare favorevoli, potrebbero partire decine di migliaia di
immigrati. Con gli Stati europei che ripristinano i controlli alle frontiere, e
soprattutto dopo gli annunci di Slovenia e Serbia di chiudere le proprie
frontiere nazionali, appare infatti probabile la possibilità, in modo
esponenziale e in poco tempo, di un dirottamento dei flussi migratori verso
l'Albania e quindi un aumento di quelli verso l'Italia. Per scongiurare che questo accada, quindi,
bisogna fare qualcosa proprio in Libia. Tenendo presente che si tratta di un
Paese nel caos, dove quasi non esiste autorità costituita con la quale poter
interloquire stabilmente. Auspicare che questa situazione possa cambiare nel
medio o nel breve periodo, con il lavoro diplomatico condotto a più livelli e
con un processo di stabilizzazione che porti a un governo di unità nazionale
libico, è giusto ma potrebbe non bastare. In quella parte del Mediterraneo,
infatti, è proprio il tempo che non gioca a nostro favore, perché più passano
le settimane più la situazione si complica. Nel senso che quelle poche autorità
riconosciute ancora esistenti possono essere sopraffatte in qualsiasi momento da
milizie fuori controllo o, peggio, da quelle vicine all’Isis. In questa
malaugurata circostanza noi avremmo allora scarse possibilità di mediazione o di
rapido intervento. La sensazione, quindi, è che continuare a subordinare ogni
tipo di intervento a una richiesta ufficiale da parte di un'autorità nazionale
libica, che deve ancora costituirsi, sia un pò come nascondere la testa sotto
la sabbia; e questa politica dello struzzo potrebbe costarci molto
cara.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home