RENZI PUR DI RIMANERE IN SELLA TORNA ALLA PRIMA REPUBBLICA
di Giacomo Stucchi
Arrivato a Palazzo Chigi con tanti, a parole, buoni propositi, a quasi un
anno e mezzo dal suo insediamento il segretario-presidente si rivela sempre più
come un conservatore di usi e costumi politici da prima Repubblica, altro che
rottamatore. Un esempio è la vicenda del senatore Antonio Azzolini che, al di
là dei fatti giudiziari, ha di certo dei risvolti politici. Renzi, infatti, per
non scontentare nessuno ha scelto la via double-face del poliziotto buono e di
quello cattivo. A un suo vicesegretario ha fatto dire che "se anche alcuni
senatori del Pd hanno scelto di votare contro l'arresto evidentemente è perché
non hanno rilevato dalle carte ragioni sufficienti per dare l'assenso”,
all’altro suo vice, invece, ha fatto dichiarare che bisogna “chiedere scusa” ai
cittadini per il voto del Pd che ha salvato dai domiciliari il parlamentare del
Ncd. La sensazione, però, è che in questa vicenda le ragioni politiche abbiano
prevalso sulle carte giudiziarie. La verità è che la stabilità del governo è a
rischio, sia per il suo consenso nell’opinione pubblica sempre più basso, che di
certo la vicenda Azzolini non contribuirà a migliorare, sia per la mancanza
di numeri al Senato dove non a caso si è materializzato un nuovo gruppo, Ala,
per dare manforte all’esecutivo. Se a questo si aggiunge l’appetito del governo
per la più classica delle lottizzazioni da prima Repubblica, quella della Rai,
buttando alle ortiche tutte le dichiarazioni del premier sull’opportunità di
nominare i componenti del Cda solo dopo aver approvato la riforma alla quale sta
lavorando il Parlamento, per procedere invece subito e con l’attuale legge
Gasparri all’occupazione delle ambite poltrone, si ha chiaro il quadro di quanto
questo governo proceda nel solco della partitocrazia d’altri tempi. L’esecutivo,
conscio della sua debolezza, pensa di puntellarsi distribuendo prebende a chi
può portargli voti in Parlamento, ma si tratta di un disperato tentativo perché
ben presto saranno i cittadini a mandarlo a casa.
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