L'ENNESIMO ANNUNCIO PER USCIRE DALL'ANGOLO
di Giacomo Stucchi
L’avevamo scritto che l’azione del governo era caduta nel cono d’ombra
dell'informazione e per questo motivo il premier, annunciando un programma di
riduzione della pressione fiscale da 50 miliardi di euro in tre anni, tenta di
uscire dall'angolo. Ma il tentativo è maldestro, oltre che vano, al punto che
molte critiche il premier le ha avute proprio all’interno del suo partito.
Abbassare le tasse è sempre una cosa buona, tanto più se si tratta di
alleggerire la pressione fiscale sugli immobili considerato che negli ultimi
anni i governi tecnici e di sinistra hanno utilizzato il mattone come fosse un
bancomat. Il punto però è un altro e riguarda la poca credibilità della proposta
avanzata da Renzi. In primo luogo perché i 3 miliardi e mezzo di euro circa ai
quali ha fatto riferimento, solo per la eliminazione della tassazione sulla
prima casa, sono da sommare ad almeno altri 20 miliardi che servono per il 2016
per coprire le clausole di salvaguardia sull'Iva, l'adeguamento delle pensioni e
il rinnovo del pubblico impiego. Conti alla mano, quindi, appare davvero
difficile centrare l’obiettivo. In secondo luogo perché oltre al bilancio ci
sarebbe da fare i conti anche con la rigidità imposta dall’Ue. Davvero è
pensabile che una manovra di così ampio respiro possa essere portata avanti
senza l’accondiscendenza dell'Unione europea? Improbabile da immaginare, almeno
sino a quando avremo un governo incapace persino di farsi valere sulla
drammatica questione dell’immigrazione. Il deludente accordo al ribasso siglato
dal ministro Alfano, che prevede il ricollocamento tra i 28 paesi della Ue
dell’irrisorio numero di 35mila immigrati, a fronte degli oltre 82mila giunti
nel nostro Paese via mare solo nel 2015, il 9% in più rispetto all'anno scorso,
rende infatti l’idea di quanto sia irrilevante il ruolo del nostro premier e dei
suoi ministri nelle ovattate stanze di Bruxelles.
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