SUGLI SBARCHI RENZI TROVA UNA SOLUZIONE PEGGIORE DEL MALE
di Giacomo Stucchi
E’ sbagliato, oltre che irresponsabile, trasformare il problema
dell’immigrazione di massa in uno scontro tra Nord e Sud. Si tratta di un
tentativo maldestro e fuori luogo che il governo Renzi sta perpetrando per
nascondere il fallimento della sua politica. Che ha visto nei mesi scorsi il
totale disinteresse di Palazzo Chigi ma anche una sorprendente sottovalutazione
del fenomeno e della sue conseguenze. Con tutto il rispetto per il comandante
della nave britannica impiegata nel dispositivo Triton che ha rivelato come
siano almeno in cinquecentomila gli immigrati pronti a salpare, per poi essere
aiutati a sbarcare sulle nostre coste, non occorreva certo aspettare l’ufficiale
inglese per avere delle informazioni che da tempo sono note a chi di dovere. Ma
il governo Renzi, anziché difendere gli interessi del paese, ha mantenuto un
ruolo subalterno rispetto all’Ue, facendosi peraltro prendere in giro da
Bruxelles con la ridicola “soluzione” delle quote. Il risultato è che le navi di
mezza Europa ogni giorno fanno sbarcare nei nostri porti migliaia di immigrati
che poi dobbiamo controllare e assistere. Il governo dove pensa di alloggiare
tutta questa gente e con quali risorse economiche? Contro il buon senso e contro
ogni logica il premier-segretario Renzi, con la complicità di Alfano, disposto a
tutto pur di rimanere incollato alla poltrona, vogliono trasformare i nostri
territori in un immenso campo profughi. E pur di convincere i Comuni a farsi
carico di migliaia di persone sono disposti persino a una deroga al patto di
stabilità per le città del Nord (che per i governi tecnici e di sinistra è
sempre stato un totem intoccabile) ma anche alla concessione di maggiori
risorse, assistenza e misure compensative a quelle del Sud. Un piano folle e,
forse, la peggiore strategia possibile per rispondere all’ondata migratoria in
arrivo dalla Libia. Ancora peggio, poi, se queste sciagurate idee dovessero
essere messe nero su bianco in un decreto legge.
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