CON RENZI TASSE ALLE STELLE
di Giacomo Stucchi
Mentre nel maggior partito di governo, il Pd , la tensione cresce, tra un
Bersani che ha chiaramente minacciato di non far passare l’Italicum se non
verranno accolte alcune modifiche e le inchieste giudiziarie che vanno avanti
in diverse città allargandosi a macchia d’olio e coinvolgendo vari esponenti
democratici, il Paese continua a rimanere nei guai. A certificarlo sono ancora
una volta i dati dell’Istat secondo i quali il 2014 si è
chiuso con un rapporto tra deficit e Pil delle casse pubbliche al 3%, con una crescita delle entrate
dello 0,6% cui ha fatto da contraltare una spesa maggiore dello 0,8% e con una
pressione fiscale al 43,5%, 0,1 punti percentuali in più dell'anno prima.
Insomma sono questi i grandi numeri della macchina pubblica italiana, tracciati
nel conto economico trimestrale delle Amministrazioni pubbliche dell'Istituto di
statistica, che dicono chiaramente come con il Pd a Palazzo Chigi i cittadini
continuino ad essere tartassati. I dati confermano, in sostanza, che proprio il
governo Renzi non ce le fa ad invertire politiche e tendenze economiche che
appaiono tipiche della sinistra. Siamo alle solite, con una spesa pubblica fuori
controllo e un prelievo fiscale stratosferico che strozza letteralmente
l’economia. Sono questi i problemi da aggredire, ma il governo in carica si è
ben guardato dall’affrontarli, lasciando anzi la spending review del commissario
Cottarelli, voluto da Letta e cacciato da Renzi, in un cassetto e guardandosi
bene dal diminuire davvero la pressione fiscale. Altro che 80 euro e riduzione
dell’Irap, che sono solo palliativi inadeguati a risolvere i problemi
definitivamente e per bilanciare i quali sono aumentate le tasse locali,
bisogna letteralmente abbattere il prelievo fiscale sulla casa, che produce un
gettito mostruoso, e ridurre le aliquote Irpef. Altrimenti il Paese non
ripartirà mai.
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