E I FALLIMENTI DEL GOVERNO CONTINUANO.....
di Giacomo Stucchi
I dati sui fallimenti delle piccole e medie imprese diffusi dal Cerved (+14% nel secondo trimestre 2014, con 4 mila imprese che tra aprile e giugno hanno aperto una procedura fallimentare) non lasciano dubbi su quale sia la priorità assoluta. Secondo gli analisti tutti i dati economici mostrano il persistere della crisi: dal fatturato e gli ordini dell'industria, al Pil, passando per l'occupazione, tutto dice che la strada per la ripresa non è neppure imboccata. In particolare l'analisi sui fallimenti mostra tassi di crescita quasi ovunque a doppia cifra. Insomma, un vero e proprio disastro. Eppure, nonostante nella fattispecie i numeri siano più eloquenti di mille parole, la sinistra al governo e la maggioranza ad essa contigua (sia quella ufficiale, sia quella nascosta) vorrebbero far credere che la querelle sull’articolo 18, coi suoi risvolti giuridici e sociali, sia il vero problema del momento. In realtà la questione è più un pretesto per “regolare” questioni interne al Pd, e anche tra le forze politiche della compagine di governo, che non altro. Con una disastrosa situazione economica, che con l'attuale esecutivo a Palazzo Chigi si è pure notevolmente aggravata, e con la riforma sul lavoro al centro dello scontro tra le “vecchia guardia” del Pd e i renziani, il Paese rischia grosso. Come nei mesi scorsi, il premier continua a mettere il carro davanti ai buoi; e così come avvenuto con la riforma della legge elettorale e del Senato, necessarie ma non prioritarie rispetto ad altri urgenti misure (penso all’adozione dei costi standard), allo stesso modo una modifica dell’articolo 18 dovrebbe essere abbinata almeno a un generale abbassamento delle tasse alle imprese (che vada ben oltre la modesta e inefficace riduzione dell’Irap del 10 per cento già applicata). Ecco perchè viene da sospettare che il premier sia disinteressato alla ricerca di soluzioni vere, che risolvano i problemi delle imprese e dei cittadini, e più attento invece all’ennesimo rimescolamento di carte in grado di garantirgli (nonostante tutto) la permanenza nella stanza dei bottoni, che è poi l’attività che gli riesce meglio.
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