Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, settembre 04, 2014

PASSO DOPO PASSO SI VA VERSO IL PRECIPIZIO

di Giacomo Stucchi
Passo dopo passo si va verso il precipizio, è questa la conclusione che si può trarre alla ripresa dei lavori parlamentari. Il premier ha tenuto a precisare che lui non è afflitto da “annuncite”, ovvero da quella tendenza che porta più a dichiarare che a fare, ma in realtà in questo scorcio di fine estate a farla da padrone sono ancora gli annunci a effetto del governo mentre di risultati concreti non se ne vedono. La riforma del lavoro, in particolare, difficilmente potrà andare in porto senza guardare a una revisione completa del sistema (formazione-lavoro-tutele per tutti i lavoratori) nel suo complesso. Ma su questo fronte esistono divisioni sostanziali sia dentro il Pd, sia tra i partiti alleati di governo. Sul versante della riforma della scuola invece, o del “nuovo patto educativo”, come l’ha definito il premier che ha pure registrato un video per presentarlo, la mirabolante promessa del governo è quella dell’assunzione entro il 2015 di 150 mila precari. Con quali risorse, però, il premier non lo spiega, visto che peraltro il ministro dell’Economia Padoan ha già un bel da fare nel mettere insieme una legge di Stabilità credibile, mentre la sua collega Madia ha già annunciato ai dipendenti pubblici che il loro stipendio rimarrà bloccato anche nel 2015. Insomma, siamo alle solite: tanto fumo e poco arrosto, tante parole e pochi fatti. La sensazione, sia pur sgradevole, e che davvero il premier non sappia da dove cominciare per affrontare i problemi e che la navigazione del suo governo proceda un pò a vista. Del resto ad essere insoddisfatti dell’azione di Palazzo Chgi sono alcuni esponenti del suo stesso partito, il Pd. Si dirà che qualcuno lo fa per ritorsione alle mancate soddisfazioni di aspettative personali, ma ai cittadini, e a chi scrive, tutto questo non interessa. Il punto è che proprio quando il Paese avrebbe bisogno della maggiore coesione possibile scopriamo, invece, che tale unità d’intenti non esiste nemmeno all’interno del più grande partito della coalizione di governo.