IL GOVERNO INNOVATORE TORNA AI TAGLI LINEARI
di Giacomo Stucchi
Se come cittadini la copertina de L'Economist di qualche giorno fa, con il premier con un cono gelato in mano, alle spalle di Hollande e la Merkel, e sullo sfondo Draghi mentre cerca di evitare l’affondamento della barchetta con il simbolo dell’euro, ha fatto indignare qualcuno, c'è da aggiungere che i redattori del settimanale inglese, come spesso accade, hanno visto giusto. Nel senso che le politiche del governo per affrontare i gravissimi problemi del Paese si stanno rivelando del tutto inefficaci; sicché mentre la nave affonda, il governo non sa che pesci pigliare. Certo, i cittadini sono disposti a dargli ancora credito ma è un pò come una batteria che si sta esaurendo e che non si può più ricaricare; anche perché le magagne diventano ogni giorno più evidenti. In primis sulle priorità. Avere bloccato il Parlamento per mesi con delle riforme, della legge elettorale e del Senato, che adesso non si sa come mettere all'ordine del giorno, perché non prioritarie, è stato un errore madornale. Noi lo abbiamo sempre scritto. Il fatto è che l'esecutivo ha puntato le poche fiches che aveva sul fatto che ci sarebbe stata la ripresa, magari favorita da una crescita dei consumi dopo gli 80 euro in più in busta paga a una platea di contribuenti, ma la mossa, ancorché efficace dal punto di vista elettorale, si è dimostrata poco lungimirante dal punto di visto economico e, alla lunga, direi anche politico. Perché adesso i conti non tornano e il governo innovatore è costretto a operare coi tanto vituperati "tagli lineari' di tremontiana memoria. Un bel 3% di tagli a ogni ministero, alla faccia di tutte le belle parole sulla revisione della spesa, e del lavoro del commissario Cottarelli, ed ecco fatta la politica economica! Ma di abbassare le tasse, razionalizzare la spesa pubblica e incentivare la vera attività d'impresa non se ne parla; troppo innovativo anche per questo governo!
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