GIA' SMENTITO L'OTTIMISMO DI RENZI
di Giacomo
Stucchi
Oltre alle
turbolenze nella maggioranza sul decreto lavoro, e quelle interne al Pd sulla
riforma del Senato, è verosimile che ci sia anche un altro problema che di
certo non può far stare tranquillo il premier. Le dichiarazioni prudenziali che
il titolare dell’Economia Pier Carlo Padoan non sta certo lesinando nelle
ultime ore, dimostrano infatti come l’ottimismo che il presidente del Consiglio
Renzi ha sempre profuso a piene mani non abbia in realtà alcun fondamento. Già
nell’intervista pubblicata sul Corsera nel giorno di Pasqua, il ministro Padoan
ha ammesso che, ove venissero meno le coperture previste dai tagli alla spesa
pubblica (circa 4,5 miliardi), sono già pronte “clausole di salvaguardia misura
per misura, altrimenti il provvedimento non potrebbe ricevere il visto della
Ragioneria generale”. Un’affermazione che, tradotta dal burocratese al
linguaggio comune, significa che se le cose sul fronte della spending review
non andassero come previsto dal governo, ai cittadini toccherà pagare, in un
modo o nell'altro, gli errori di Palazzo Chigi. Ma c’è di più. Un’attenta
analisi di un quotidiano economico mette in rilievo come l’ammontare dei tagli
effettivi alla spesa per il 2014, previsti nel decreto taglia-cuneo fiscale del
governo, sia di 3,1 miliardi; ovvero poco meno del 50 per cento dei 6,65
miliardi necessari, sempre nell’anno in corso, per il bonus Irpef da 80 euro
mensili. Sono numeri che fanno capire come, per il 2104, la revisione della
spesa non garantirà neppure la metà delle coperture necessarie per mantenere le
promesse elettorali del premier. Tutto il resto è “coperto” da risorse che
definire una scommessa è quasi un eufemismo. Basti pensare al presunto gettito
che dovrebbe derivare da un'accentuata lotta all’evasione fiscale, dalla
maggiore Iva derivante dal pagamento dei debiti arretrati della Pa o dalle
agevolazioni alle imprese. Misure, quest’ultime, che però secondo gli addetti
ai lavori presentano “più criticità che benefici”.
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