Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, aprile 17, 2014

LE RETICENZE DEL GOVERNO VENGONO A GALLA

di Giacomo Stucchi

Tra le reticenze del governo Renzi, che via via stanno già venendo  a galla, la più grave è quella di aver fatto credere all’opinione pubblica che  le politiche del rigore imposte dall’Ue  fossero conciliabili con quelle dello sviluppo.  Da due mesi il  premier  ripete come un mantra che solo rispettando i parametri europei il governo può acquisire la credibilità necessaria per potere poi  chiederne la modifica. Un ragionamento,  per la verità un po’ cervellotico, smentito dai fatti ora che il governo, dopo settimane di annunci mediatici, è stato costretto dalle scadenze a scoprire le sue carte. Alla vigilia di un Consiglio dei ministri, che per l’ennesima volta viene enfaticamente  giudicato decisivo per indicare la via da seguire, il  Parlamento è stato chiamato ad esprimersi sul Def, ma anche sulla richiesta fatta dal governo all’Ue di un rinvio  dei tempi per il raggiungimento del pareggio di bilancio.  Una circostanza  prevista dalla legge per “casi eccezionali”  e che richiede  comunque un voto a maggioranza della assemblee parlamentari.  Dalle  argomentazioni poste dal ministro dell’Economia Padoan, nel suo intervento al Senato,  che individuano  nelle sfavorevoli “condizioni macroeconomiche e finanziarie” le ragioni che giustificano la richiesta di rinvio del pareggio di bilancio,  sembra quasi che le stesse  siano sopraggiunte solo nelle ultime settimane; mentre sappiamo tutte come esse siano strettamente connesse  alle politiche di rigore imposte da Bruxelles, alle quali i governi degli ultimi due anni si sono piegati senza battere ciglio. Quindi, delle due l’una: o  l’ex sindaco di Firenze, al momento in cui ha tolto il posto a Palazzo Chigi al suo predecessore Enrico Letta, non si è fatto dare le consegne; o, se le ha avute, le ha capite soltanto adesso che i conti non gli tornano.   In ogni caso la sostanza è che i tempi  annunciati da Renzi per fare le riforme sono già saltati  e  le poche decine di euro in più in busta paga,  previste per   una specifica platea di contribuenti,  non basteranno a far ripartire né i consumi, né l’occupazione.