IL TIRA E MOLLA SUL GOVERNO NON SERVE NESSUNO
di Giacomo Stucchi
Compito e funzione della pattuglia leghista al Parlamento di Roma è fare gli interesse del Nord. In questo momento il nostro principale obiettivo è quello di spingere affinché a livello centrale nasca un governo stabile di corresponsabilità, sostenuto dalle principali forze politiche e con un'ampia ottica temporale davanti a sé, ma anche di contribuire all'elezione di un capo dello Stato che sia garante di tutti e non solo l'espressione di una parte politica. Solo con un esecutivo di legislatura, e con un presidente della Repubblica di garanzia, il Grande Nord può portare avanti il dialogo con le istituzioni centrali per l'approvazione delle riforme necessarie alla nostra autonomia ma, anche delle misure idonee a venire incontro al grido di dolore che da tutte le parti si leva a causa della disastrosa situazione economica. In tal senso non possiamo che condividere l'allarme degli industriali che in tutti i modi esortano la classe politica a fare presto un governo perchè il tempo per mettere in salvo le nostre imprese, il nostro sistema produttivo, e con esso milioni di posti di lavoro (come confermano anche gli ultimi dati ISTAT), sta davvero scadendo. A fronte di questa situazione economica il Pd dovrebbe al più presto prendere atto che, non avendo vinto le elezioni e non potendo quindi governare né da soli né con la stampella grillina (più volte negata), l'unica strada possibile rimane l'offerta di collaborazione del Pdl. Qui non si tratta di ficcare il naso in casa d'altri, non abbiamo mai avuto né voglia né interesse, ma non sfugge a nessuno che lo stallo politico determinato dalle indecisioni del Pd non può continuare ancora a lungo. Esistono oneri ed onori per la classe dirigente del Pd, e non solo quindi del suo segretario Bersani, che deve uscire da un atteggiamento di chiusura al Pdl o peggio da posizioni vaghe. Il tira e il molla, il dire e il non dire, i sussurri nei corridoi dei palazzi della politica romana, non servono a nessuno, tanto meno a un sistema politico e istituzionale che ha bisogno di ripartire.
Compito e funzione della pattuglia leghista al Parlamento di Roma è fare gli interesse del Nord. In questo momento il nostro principale obiettivo è quello di spingere affinché a livello centrale nasca un governo stabile di corresponsabilità, sostenuto dalle principali forze politiche e con un'ampia ottica temporale davanti a sé, ma anche di contribuire all'elezione di un capo dello Stato che sia garante di tutti e non solo l'espressione di una parte politica. Solo con un esecutivo di legislatura, e con un presidente della Repubblica di garanzia, il Grande Nord può portare avanti il dialogo con le istituzioni centrali per l'approvazione delle riforme necessarie alla nostra autonomia ma, anche delle misure idonee a venire incontro al grido di dolore che da tutte le parti si leva a causa della disastrosa situazione economica. In tal senso non possiamo che condividere l'allarme degli industriali che in tutti i modi esortano la classe politica a fare presto un governo perchè il tempo per mettere in salvo le nostre imprese, il nostro sistema produttivo, e con esso milioni di posti di lavoro (come confermano anche gli ultimi dati ISTAT), sta davvero scadendo. A fronte di questa situazione economica il Pd dovrebbe al più presto prendere atto che, non avendo vinto le elezioni e non potendo quindi governare né da soli né con la stampella grillina (più volte negata), l'unica strada possibile rimane l'offerta di collaborazione del Pdl. Qui non si tratta di ficcare il naso in casa d'altri, non abbiamo mai avuto né voglia né interesse, ma non sfugge a nessuno che lo stallo politico determinato dalle indecisioni del Pd non può continuare ancora a lungo. Esistono oneri ed onori per la classe dirigente del Pd, e non solo quindi del suo segretario Bersani, che deve uscire da un atteggiamento di chiusura al Pdl o peggio da posizioni vaghe. Il tira e il molla, il dire e il non dire, i sussurri nei corridoi dei palazzi della politica romana, non servono a nessuno, tanto meno a un sistema politico e istituzionale che ha bisogno di ripartire.
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