BENE LETTA MA ADOTTI SUBITO I COSTI STANDARD
di Giacomo Stucchi
L’incarico a Enrico Letta di formare il nuovo governo è un
fatto positivo e viene incontro anche a una delle richieste esplicite, quella
di non indicare Monti o Amato, fatte dalla Lega Nord. La voglia di cambiamento,
non solo formale ma sostanziale, espressa dagli elettori, è forte e quindi ha
fatto bene il capo dello Stato a soddisfarla evitando di proporre vecchi nomi.
Adesso però occorre che il cambiamento non sia, appunto, solo formale. Uno
degli errori fatali del governo Monti, che ne ha poi condizionato tutta la
condotta nei suoi mesi di governo, è stato quello di non aver capito che il
risanamento dei conti pubblici non passava per l’inasprimento della pressione
fiscale, giunta ormai a livelli insopportabili, ma per la razionalizzazione
delle spesa pubblica. Il governo Letta quindi, se nascerà,e prescindendo dal
sostegno o meno della Lega,dovrà agire in tal senso. Come? Potrebbe, per
esempio, tirare fuori dal cassetto i provvedimenti per adottare subito i costi
standard nella pubblica amministrazione. Se non si capisce, o come lo struzzo
si mette la testa sotto la sabbia per non vedere, che il nostro è un sistema a
doppia velocità economica, una forte e mitteleuropea,e l’altra debolissima, non
si va da nessuna parte. Per individuare nuove risorse bisogna razionalizzare
quelle esistenti non con tagli lineari ma con l’eliminazione degli sprechi,
quelli veri però! Dalla sanità ai comuni, dalle regioni all’università, e come
sostenuto dagli amministratori virtuosi, bisogna introdurre a tappeto i costi
standard per favorire l’ottimizzazione della gestione delle risorse. Non
possiamo generalizzare e dire che tutto al sud funzioni male, ma di certo non è
più possibile consentire che una penna o una gomma al sud costi sei o sette
volte più che al Nord. Si deve partire da questo, dalla responsabilizzazione,
se si vuole davvero cambiare, in meglio, la pubblica amministrazione. Le
risorse che si libererebbero,a cominciare dall'eliminazione dell'IMU,
potrebbero servire ad aiutare imprese e famiglie in difficoltà. Con una
maggiore disponibilità di risorse si ricomincerebbe a spendere e quindi a far
uso di beni di consumo rimettendo in moto la produzione, l’occupazione e, in
definitiva, l’economia. Razionalizzazione della spesa e sostegno a famiglie e
imprese sono per noi due facce della stessa medaglia.
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