GLI AUTOGOL MEDIATICI DELLA SINISTRA
di Giacomo Stucchi
Dal flop di Santoro in diretta tv nell'uno contro tutti messo
in scena per distruggere Berlusconi, ai fischi durante
il festival sanremese a Crozza, una circostanza alla quale il comico non è certo
abituato esibendosi per lo più tra le 'mura amiche' di Ballarò, gli autogol
mediatici della sinistra davvero non si contano più. Si tratta di un leitmotiv
ricorrente in questa campagna elettorale dai mille colpi di scena, al punto che
se fossi al posto di Bersani prenderei le distanze da certi 'aiutini' mediatici
e starei ben attento nel darne per scontato l'esito. In generale niente negli
ultimi due mesi è infatti andato come immaginavano a sinistra e dintorni, ma è
in particolare sul piano mediatico che le cose sono andate veramente un
disastro. Persino la comunicazione del loro leader è sempre stata afona. Hanno
pensato, e forse solo adesso hanno capito di aver sbagliato a farlo, di poter
vivere di rendita delle posizioni acquisite con le primarie e invece si sono
ritrovati pericolosamente eroso quel vantaggio elettorale che (almeno secondo i
sondaggi) avrebbe dovuto permettere, persino a un candidato premier grigio e per
niente carismatico come Bersani, di fare un ingresso trionfante a Palazzo Chigi.
Ma nella sinistra, si sa, non si fa mai tesoro degli errori e così adesso
continuano a sbagliare pensando di coprire i loro scandali, vedi MPS, con la
vicenda giudiziaria su Finmeccanica. Una storia sulla quale certa informazione
di parte "in servizio permanente effettivo",
anziché occuparsi delle conseguenze negative sul futuro di migliaia di posti di
lavoro, si è invece subito adoperata per portare a regime il motore della
macchina del fango. Schizzato, guarda caso, su quella forza politica che più
delle altre è esposta nella madre di tutte le battaglie elettorali, ovvero
quella per la conquista del Pirellone e la creazione di una potentissima regione
europea, il Grande Nord.
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