LA PROTESTA NON BASTA, BISOGNA ANCHE PROPORRE
di Giacomo Stucchi
L'analisi politica di chi sostiene che la Lega Nord
non risente della disaffezione alla politica, perché "forte di uno zoccolo duro
poco sensibile agli eventi della quotidianità politica" (Alessandro Trocino sul
Corsera), appare un po' superficiale. Vista così, infatti, sarebbe come se i
nostri militanti fossero degli alieni, o vivessero nelle riserve, e tutto ciò
che accade li lasciasse del tutto indifferenti. Ovviamente non è così; anzi, è
vero proprio il contrario. Chi vota Lega, ma direi anche chi sino ad oggi non lo
ha fatto ma guarda (come lo facciamo noi) ai problemi che vive il Nord come ad
una priorità assoluta, si avvicina al nostro movimento, o conferma la sua
fiducia, proprio perché consapevole che non si può andare avanti senza cambiare
un sistema, politico e istituzionale, che penalizza sempre la parte più
produttiva del Paese. Accanto a questo, che è un aspetto di certo importante,
c'è poi l'attività della classe dirigente del Carroccio che non ha mai perso,
nemmeno nei momenti più difficili, il contatto con il territorio e con la sua
gente. Questo rapporto, se possibile, si è ancora più rafforzato negli ultimi
tempi. Ecco perché ci lasciano indifferenti i tentativi (ci si passi il termine)
di "invasione di campo" dei candidati alle primarie del centrosinistra che
vengono al Nord pensando di intercettare i voti della Lega e non rendendosi
conto, invece, che questo non è possibile perché il Carroccio non è oggi, così
come non lo è mai stato in passato, un movimento politico statico, che attende
gli eventi. Noi, gli eventi, li abbiamo sempre anticipati. Né ci preoccupa il
voto di protesta, che può essere anche legittima, e che serve a smuovere un
sistema che si è incancrenito e che necessita di essere rivisto e
razionalizzato; la protesta, tuttavia, non può essere tout court, quando cioè si
vota contro senza guardare al contenuto. Se la protesta vuol dire ricambio
allora, pur non condividendola, può essere un fatto positivo; ma quando la
protesta è fine a se stessa, allora non serve a nulla. Da questo punto di vista,
purtroppo, nel Paese siamo nel secondo caso. Vedremo però cosa decideranno i
cittadini. Anche il nostro movimento politico, del resto, è nato come movimento
di protesta, poi però è diventato di proposta. I sondaggi ci danno in decisa
crescita e questo, anche se chi scrive non vi attribuisce un valore eccessivo,
non può che fare piacere, ma la vera indagine di gradimento noi la facciamo ogni
giorno sul territorio. Ecco perché, sia che si tratti di Matteo Renzi, come ieri
di Veltroni, il tentativo di chi gira il Nord in campagna elettorale, pensando
che basti questo per raccogliere una messe di voti, non suscita in noi alcuna
preoccupazione.
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