Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, giugno 28, 2012

L'ENNESIMO NO DEI MERCATI ALLE RIFORME DEL GOVERNO MONTI

di Giacomo Stucchi

Sarebbe bastata la riforma del lavoro approvata dal Parlamento, sulla quale però prima ancora di votarla, da più parti (comprese quelle del ministero del Lavoro) si prevedeva già una significativa opera di manutenzione, per placare i mercati e calmierare lo spread? E' questa la domanda che i deputati che appoggiano il governo dei tecnici devono essersi posti alla Camera nel dare il loro via libero al testo della ministro Fornero. Ma la risposta è subito arrivata all'indomani del voto alla Camera ed è stato l'ennesimo no dei mercati alle riforme del governo Monti. A metà mattina infatti lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti si attestava a 477 punti, per un tasso del 6,27%. Una percentuale da far paura se si pensa alla quantità di titoli che, da qui alle prossime settimane, il nostro Tesoro dovrà ancora piazzare e che non potranno di certo essere collocati all'infinito con questi tassi di interesse insostenibili per qualsiasi Paese che non sia votato al suicidio. In altre parole, siamo più o meno messi come quell'imprenditore o commerciante che, avendo impegnato tutti i suoi capitali e beni patrimoniali per pagare i suoi debiti, adesso non ce la fa più. La similitudine può sembrare un pò cruda ma rende bene l'idea. Il fatto è che per sette mesi un'innaturale maggioranza coalizzatasi intorno al governo Monti, con la complicità delle più alte cariche istituzionali e di certa stampa, da sempre ostile al centrodestra, ha cercato di spacciare per oro colato ciò che poi, alla prova dei fatti, si è rivelato meno che del metallo di bronzo. Ovvero il fatto che sarebbe bastato solo un governo tecnico, ufficialmente sganciato dai partiti ma in pratica legato a filo doppio con alcuni di essi, per varare alcune riforme e dare la sensazione ai mercati di un cambiamento, e quindi convincerli della solidità della nostra economia. Non è così, non sono queste le riforme giuste! Bersani, Alfano e Casini, forse, solo adesso hanno cominciato a capire che la nostra economia e le pseudo riforme, che il governo dei tecnici ha peraltro varato sulla pelle dei cittadini, non possono da sole fare nulla contro un sistema, quello dell'Unione economica e monetaria, che così come è stato concepito non solo non funziona, ma ci sta portando alla deriva. Una situazione che la Lega Nord denuncia da tempo, proponendo rimedi a professori che non ascoltano! Secondo Confindustria i danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto. A essere colpite sono state le parti più vitali e preziose del sistema Paese, in particolare del Nord. Una metafora, quella del centro studi di Confindustria, che passa in rassegna le maggiori criticità del Paese da qui ai prossimi anni, che non ha bisogno di ulteriori commenti, se non per ribadire che Monti, e i partiti che lo sostengono, hanno fallito e non vogliono ammetterlo.