Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, novembre 02, 2011

FUORI DALLA CRISI SOLO CON LE RIFORME

di Giacomo Stucchi


L’incedere della cronaca politica, economica e finanziaria ha ormai ritmi e fasi da cardiopalma ma vale la pena ogni tanto soffermarsi su alcune considerazioni di carattere generale che, crediamo, possano aiutare a capire il contesto nel quale tutti noi ci troviamo. Mi riferisco, per esempio, ad una domanda posta dall’editorialista del Corriere della Sera, Pierluigi Battista, al leader dell’API Francesco Rutelli, nel corso dell’ultima puntata della trasmissione televisiva Ballarò e rimasta sostanzialmente senza risposta. Il giornalista del Corsera ha chiesto a Rutelli se, qualora Berlusconi si fosse messo da parte, una maggioranza alternativa a quella attuale, composta da Pd, Terzo Polo e Idv, avrebbe condiviso e approvato subito i provvedimenti contenuti nella lettera, inviata al nostro governo lo scorso mese di agosto, vergata dal presidente uscente della Bce Trichet e da quello subentrante Draghi. Una lettera, lo ricordiamo, che non prevede come ingredienti zucchero e miele per il nostro sistema sociale ed economico, ma profonde riforme: da quella sul mercato del lavoro alle liberalizzazioni. Come detto Rutelli non ha risposto glissando clamorosamente la domanda con altri argomenti che non c’entravano nulla. E quindi al momento è proprio questo il punto: sino a quando l’opposizione non dimostrerà di essere credibile, e cioè capace di avere idee brillanti ed efficaci da inserire in un piano concreto di interventi, in grado di rassicurare i mercati, continuerà a parlare solo di aria fritta. Chi scrive ha sempre affermato, nei suoi precedenti interventi su La Padania, che agenzie di rating e speculatori finanziari non possono determinare la sorte di questo o di quell’altro governo. Si tratta di un principio che sosteniamo anche in queste ore. Nel caso del nostro Paese, poi, il mostruoso debito pubblico che ci portiamo dietro non è opera del governo Berlusconi, così come il ritardo sulle riforme strutturali non è certo addebitabile ad un esecutivo che proprio sui grandi cambiamenti (a cominciare dal federalismo fiscale) ha improntato la sua azione di governo. Se non partiamo da questi punti fermi rischiamo davvero di non venirne più fuori. Tutti quanti i protagonisti dell’opposizione, dai sindacati ai segretari di partito, dagli osservatori agli intellettuali, sembrano invece marciare nel senso opposto. Il crollo della borsa di martedì scorso, che non ha riguardato solo il nostro Paese ma il mondo intero, e che ha avuto come probabile causa determinante l’annuncio della Grecia di voler indire un referendum, la dice lunga su quanto siano strumentali le posizioni della sinistra. Anche i più distratti capiscono infatti che in una fase di estrema volatilità del sistema economico e finanziario planetario, che purtroppo dura ormai da mesi, qualsiasi parola o annuncio da parte dei governanti europei può determinare vere e proprie tempeste sui mercati di tutto il mondo. Ed è per questo che bisogna dimostrare coi fatti, e non solo a parole, come è solita fare l'opposizione, di volere approvare quelle riforme che sono indispensabili al Paese per tirarlo fuori dai guai.