Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, ottobre 20, 2011

LA SOLITA MELINA DELLA SINISTRA

di Giacomo Stucchi


Chiunque avesse ascoltato il dibattito parlamentare di questi giorni alla Camera dei Deputati avrebbe potuto constatare il clima di scontro fomentato dalla sinistra. Sappiamo bene che lo scontro politico nella fase legislativa è quanto di più normale possa esistere in tutte le democrazie e quindi anche nella nostra. Ma quando in Parlamento una parte di esso, nella fattispecie quella che sta all’opposizione, mira non al confronto, anche duro, ma alla delegittimazione dell’avversario politico, allora tutto cambia. Alla Camera, dove si è discusso, tra l’altro, delle modifiche all’articolo 41 della Costituzione, abbiamo assistito ad una melina da parte dell’opposizione davvero disarmante. Senza entrare nel merito della questione, della quale peraltro si sta ampiamente dibattendo in sede legislativa, ciò che importa sottolineare in questa sede è l’approccio ideologico della sinistra al grande tema delle riforme. I vari Bersani, Finocchiaro e Letta, in televisione sproloquiano sulla necessità di riformare le leggi dello Stato, ammettendo in alcuni casi persino la loro vetustà o non corrispondenza con le esigenze di un Paese moderno, ma poi in Parlamento alzano le barricate. “Sfregio della Costituzione” e “nefandezze” sono tra i termini più gettonati dai parlamentari della sinistra all’indirizzo della maggioranza, solo perché questa sta cercando in tutti i modi di liberare il nostro sistemo legislativo da tutti quei lacci e lacciuoli che negli ultimi tempi hanno impedito all’economia del Paese di crescere come avrebbe potuto. Da dove cominciare quindi se non dalla legge più importante, e cioè quella Costituzionale? Quando però, dopo tanti dibattiti propedeutici (fuori e dentro il Parlamento) si arriva al dunque, ovvero al momento in cui bisogna procedere ad approvare un provvedimento legislativo, la sinistra entra in trincea, comincia la sua battaglia ideologica e mette in scena una sorta di resistenza ad oltranza che fa solo perdere tempo prezioso al Parlamento e, indirettamente, al Paese. Come se non bastasse, quando poi la maggioranza di centrodestra, perché coesa e determinata, approva una revisione costituzionale ci pensa poi la “macchina da guerra” della sinistra (composta da partiti, sindacati, associazioni, giornali, televisioni, intellettuali, osservatori, e molto altro ancora) ad accendere i motori della propaganda per bloccare tutto. E’ andata esattamente così con il Referendum costituzionale del 2006. Sta avvenendo così anche in questa legislatura, cominciata con il passo giusto sulla strada delle riforme (in primis quella del federalismo fiscale), ma caratterizzata poi, purtroppo ancora una volta, dallo scontro ideologico cercato e voluto da un’opposizione sempre attenta a trovare nell’ostruzionismo parlamentare una sua ragione d’essere, ma non curante dei reali interesse dei cittadini.