Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, ottobre 26, 2011

IL PRESIDENTE DOUBLE-FACE

di Giacomo Stucchi


Adesso basta. L’atteggiamento di parte del presidente della Camera Gianfranco Fini sta provocando lesioni gravissime alle istituzioni democratiche: i fatti accaduti a Montecitorio sono stati anche una diretta conseguenza della sua inopportuna presenza in televisione a Ballarò allo scopo di creare polemica, in un clima politico già abbastanza riscaldato. Il passaggio più singolare della puntata è stato peraltro quando Fini, la cui presenza in quel salotto televisivo denotava probabilmente la sua convinzione di essere già in campagna elettorale, e quindi di dovere recuperare il grave deficit di consenso che nei sondaggi vede Fli non certo veleggiare, ha detto che l’attuale governo non è credibile perché ha i numeri risicati in Parlamento. Un osservazione politica che chiunque, avversario o meno del governo, sarebbe moralmente legittimato a fare ad eccezione di Fini, per la semplice ragione che è stato proprio il presidente della Camera , con le manovre di palazzo del 2010, a determinare tale situazione. L’uscita dal Pdl dei cosiddetti finiani ha infatti avuto come conseguenza il venire meno nella maggioranza di un certo numero di parlamentari che i cittadini avevano votato in quel partito. Il presidente della Camera sa, però, che la maggioranza parlamentare che lui ha voluto indebolire, con la speranza vana di recitarne il de profundis lo scorso 14 dicembre, è la medesima che ha determinato la sua elezione allo scranno più alto di Montecitorio! Un minimo di coerenza vorrebbe quindi che se si afferma che la maggioranza non ha più i numeri per governare, allo stesso modo il presidente della Camera non avrebbe più titolo per rimanere a presiedere l’aula parlamentare. Ma non è questo, tuttavia, il motivo principale per il quale ci soffermiamo sul comportamento istituzionale e politico del presidente della Camera, sul quale peraltro negli ultimi mesi c’era davvero ben poco da dire considerato l’oblio mediatico e politico che lo ha interessato. Il punto è che se, come parlamentari e rappresentanti delle istituzioni, non stigmatizzassimo certi comportamenti istituzionalmente scorretti rischieremmo di legittimarli, contribuendo anche a creare dei precedenti. In altre parole, il ruolo istituzionale di chi presiede l’aula di Montecitorio dovrebbe coincidere con un comportamento al di sopra delle parti, dentro e fuori l’istituzione che presiede. Una regola alla quale, in passato, tutti i presidenti si sono sempre attenuti. Al contrario di Fini che, invece, tutte le volte che lo ha ritenuto opportuno ha preso parte al dibattito politico, nella sua duplice e contemporanea funzione di presidente della Camera ma anche di leader di partito, con l’unica coerenza di essere di parte dentro e fuori l’aula parlamentare. Le perfomance televisive del presidente della Camera, infatti, fanno il paio con il suo atteggiamento ostruzionistico nei confronti del governo, del quale abbiamo avuto un esempio concreto in occasione del voto sul rendiconto di bilancio per il 2010 di qualche giorno fa.