Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, luglio 07, 2011

SE NEL 2006 CI AVESSERO ASCOLTATO!

di Giacomo Stucchi


Una manovra economica di notevole importanza, qual è quella varata dal Governo, non può per forza di cose accontentare tutte le categorie sociali. L’impegno è comunque quello di adottare misure che rispondano quanto più possibile a principi di equità sociale. Sulle pensioni, per esempio, abbiamo posto un paletto che consiste nel non toccare quelle al di sotto di una certa soglia. La cosa migliore sarebbe stata non doverne toccare nessuna ma se proprio si deve allora meglio far contribuire chi ha di più e non chi ha difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Ciò che stiamo cercando di fare è evitare una manovra lacrime e sangue, come quelle varate in passato da decine di governi tecnici o di sinistra, che non affami i cittadini e che, soprattutto, risponda a dei principi di equità ed efficienza senza i quali sarebbe persino immorale chiedere dei sacrifici alla gente. Ecco perché è determinante la modifica, così come chiesto a Pontida, del patto di stabilità interno per i Comuni virtuosi. L’obiettivo è far sì che la manovra incida anche con riforme strutturali che lascino il segno e che, nel caso in questione, forniscano strumenti agli enti locali efficienti per operare al meglio sul territorio, senza dover subire tagli indiscriminati per colpa dell’incapacità altrui. Sui costi della politica occorre poi fare un passo indietro. Premesso che la demagogia, sparsa a piene mani da alcuni partiti di opposizione nel corso del dibattito alla Camera sull’abolizione delle Province, non ci interessa (perché allora dovremmo anche aprire un altro fronte del dibattito che riguardi i compiti, le funzioni e soprattutto l’eterogeneità territoriale nella quale si trovano ad operare questi Enti) è utile ricordare che se fosse passato il referendum confermativo sulla riforma Costituzionale voluta dalla Lega Nord nel 2006 oggi parleremmo d’altro. Vorremmo infatti ricordare che con quella riforma, bocciata da un blocco sociale che ha visto insieme tutta la sinistra e le vecchie cariatidi della Prima Repubblica, avremmo potuto ridurre il numero dei parlamentari già dalla prossima legislatura, posto fine al bicameralismo perfetto, e molto altro ancora. Purtroppo non è andata così e da una rapida analisi del voto di quel referendum si nota come le astensioni e i “no” siano stati in maggioranza al centro e al sud. Sarà un caso! A noi pare proprio di no. La verità è che purtroppo, a distanza di anni, la questione è sempre la stessa e riguarda una parte del Paese che non ne può più e che vuole assolutamente uscire dalla status quo e un’altra che invece non intende farlo. A modificare il quadro, rispetto al recente passato, ci sta però una crisi economica internazionale che continua a mordere e che adesso obbliga davvero tutti a prendere delle decisioni difficili. Ma se si fosse cambiato l’assetto Costituzionale del Paese qualche anno fa, come aveva proposto la Lega Nord, per alcuni versi oggi sarebbe stato tutto più semplice.