Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, febbraio 17, 2011

ECCO PERCHE' BOSSI E' IL LEADER PIU' PRAGMATICO

di Giacomo Stucchi
Il fatto che il presidente del Consiglio Berlusconi e il ministro dell’Economia Tremonti si siano presentati insieme in conferenza stampa per spiegare il piano del Governo per il rilancio economico, ma anche per dare un po’ di informazione sui fondamentali della nostra economia, è molto positivo. Rende onore , oltre tutto, al premier che dimostra così coi fatti di non essere in tutt’altre faccende affaccendato e di pensare invece al Paese. Tra le tante cose dette, oggetto peraltro di numerose domande da parte dei giornalisti, su una in particolare desideriamo soffermarci e riguarda il passaggio sul dualismo economico. Il nostro Paese infatti è la sesta potenza industriale al mondo, ma ha un’economia fortemente spaccata a metà: un nord che è la regione più ricca d’Europa (e tra le più ricche al mondo), e un sud che presenta ancora delle situazioni fortemente negative sia come prodotto interno lordo, sia come qualità dei servizi. Da questa analisi ne consegue il fallimento delle politiche economiche sin qui condotte nei decenni di storia repubblica, ma anche le responsabilità di una certa classe dirigente che al sud probabilmente non si è impegnata sino in fondo per migliorare la situazione sul territorio e, quindi, l’improrogabile necessità di dover cambiare questo stato di cose. Che piaccia o meno l’unica soluzione al suddetto problema rimane quindi il federalismo fiscale, che serve tra l’altro a responsabilizzare sempre più amministratori e dirigenti locali, ma anche ad evitare che tutto il sistema economico, imperniato sul fatto che una sola parte del Paese porta avanti la carretta, prima o poi possa implodere. Ma per fare il federalismo fiscale, e salvare quindi tutto il sistema economico e sociale della nostra comunità, occorrono i numeri in Parlamento. Quando il nostro Segretario Federale dice che se il Governo avrà i numeri andrà avanti, si riferisce al fatto che per poter legiferare non basta avere la maggioranza solo nelle votazioni in Aula ma accorre raggiungerla e consolidarla anche in tutti gli altri organi parlamentari, quali sono le Commissioni Permanenti e Bicamerali. Solo così è possibile realizzare presto e bene, nel tempo che rimane della legislatura in corso, il programma di Governo che la maggioranza si era dato nel 2008. Un programma, si badi bene, che non è cambiato di una virgola ma la cui realizzazione, purtroppo, è stata rallentata e messa a rischio da una componente del Pdl, che fa capo al presidente della Camera Fini, che a un certo punto si è defilata dalla maggioranza. Il risultato di queste scellerate scelte politiche sono sotto gli occhi di tutti. Non solo i finiani hanno messo a dura prova l’azione del Governo e l’attività legislativa, ma adesso non trovano neppure l’accordo al loro interno e rischiano addirittura di dover sciogliere il gruppo di Fli al Senato. Se questo possa significare o meno un ritorno nella maggioranza dei delusi del partito di Fini francamente non abbiamo gli elementi né per smentirlo né per confermarlo ed è per questo motivo che rimane sempre valido l’ammonimento di Bossi: il Governo va avanti se ha i numeri.