Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, febbraio 03, 2011

UNA CERTA “CLASSE POLITICA” E’ SORDA AL RICHIAMO DEL POPOLO

di Giacomo Stucchi
Chi sperava in un rapido affondamento della nave governativa, probabilmente è rimasto deluso. La duplice votazione parlamentare, in Commissione bicamerale sul federalismo, e in Aula sulla relazione della Giunta per le autorizzazioni per il rinvio delle carte sul caso Ruby alla procura di Milano, sarà forse uno spartiacque in questa legislatura ma non ne determinerà, da sola, le sorti della stessa. C’è ancora margine, un po’ su tutti i fronti, per un’azione di Governo che serva al Paese e all’interesse di tutti i cittadini ma, soprattutto, impedisca ai guastatori della democrazia di averla vinta. Sarebbe stato, infatti, sin troppo facile dopo il pareggio del voto in Commissione sul federalismo, con il quale è stato espresso un respingimento del parere al testo del provvedimento, ritirare la fiducia al Governo e far precipitare la situazione. Ma la Lega è un movimento responsabile e quindi ha ritenuto per il momento di andare avanti. Del resto quanto avvenuto in Bicamerale su federalismo è il diretto risultato di una situazione falsata dalla rappresentanza nell’importante organismo parlamentare. Un suo componente, il senatore Baldassarri, che prima era nella maggioranza, ha deciso di schierarsi con Fini anteponendo alle riforme la ragione di partito. E’ evidente come, stando così le cose, la volontà popolare che nel 2008 ha determinato un chiaro responso elettorale, sia stata tradita e calpestata da chi ha smesso di fare politica per dedicarsi a tempo pieno alle imboscate parlamentari ai danni del Governo. Per quanto tempo, e con quali cose da fare, l’Esecutivo in carica potrà andare avanti o meno, saranno i leader della maggioranza a deciderlo; ma sta di fatto che il sistema nel quale viviamo, stando così le cose, è sempre più lontano dalla democrazia. Cosa si può dire di diverso, infatti, di un Paese nel quale un Governo, legittimamente eletto, per portare avanti il suo programma deve attraversare in Parlamento un vero e proprio percorso minato! La Lega Nord ha da tempo scelto la via democratica per realizzare quelle riforme rivoluzionarie che i cittadini chiedono a gran voce da molti anni, ma una certa “classe politica” è sorda al richiamo del popolo. La stessa classe politica ha detto “no” al decreto sul federalismo municipale non perché spinta dal desiderio di avanzare una proposta differente da quella del Governo, che magari tenesse conto di diversi punti di vista (circostanza sempre legittima e possibile in democrazia), ma perché ha usato il provvedimento come mina vagante per mettere in difficoltà il presidente del Consiglio Berlusconi e la maggioranza che lo sostiene. La conclusione di questa scellerata attività è stata che il Parlamento ha così cessato di essere il luogo deputato alla ricerca della migliore sintesi politica possibile tra le forze politiche, per diventare l’arena dello scontro a tutti i costi, anche contro ogni ragionevole buon senso.