Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, novembre 04, 2010

LE VERITA' NASCOSTE DEL PD

di Giacomo Stucchi

Le modalità con le quali il presidente del Copasir, comitato parlamentare per i Servizi segreti, ha convocato il premier per ascoltarlo, pare, sulla stato di sicurezza nelle quali si trovano le sue residenze private, atteso che esse sono utilizzate anche a fini istituzionali, lasciano perplessi. Più che un reale interesse alla “sicurezza nazionale” l’impressione e che si voglia andare a caccia di chissà quali nuove rivelazioni la cui “scoperta” possa riportare in auge l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema e magari tenere, se possibile, ancor di più sulla graticola il premier Berlusconi. Ma si tratta di un’arma caricata a salve perché, pur tenendo nel debito conto le preoccupazioni che una forza politica responsabile qual è la Lega Nord nutre per i contraccolpi che gli scoop sulla vita privata del Cavaliere potrebbero avere sull’immagine di un Paese che deve collocare sui mercati finanziari i propri titoli e confrontare la propria economia, al premier, per quanto riguarda i fatti riportati in questi giorni sulla stampa, non viene contestato alcun reato né risulta indagato per verificare se lo abbia eventualmente commesso. La verità è che, ancora una volta, un’opposizione priva di iniziativa politica cerca di cavalcare il clamore mediatico suscitato da alcune inchieste giornalistiche, per dare all’opinione pubblica una prova della sua esistenza. Ne sono evidenza le ultime mosse di Bersani, che dicendo “diamo tempo a Fini sino a domenica prossima (giorno in cui si celebrerà a Perugia l’assise dei finiani), dopodiché faremo a modo nostro”, più che un atto di forza, o una prova di decisionismo politico, a noi sembra nascondere un’altra inconfessabile verità. E cioè che il Pd non ha per niente voglia di andare ad elezioni anticipate. Tra le “verità nascoste”, per celare la quali la classe dirigente del maggior partito di opposizione rischia però di essere abbandonata da gran parte del suo elettorato, ci sta infatti quella di non far nulla per mettere davvero in difficoltà il governo e costringerlo ad eventuali dimissioni. Un grande partito di opposizione, che volesse davvero dare la spallata al governo in carica, farebbe ostruzionismo in Parlamento, scenderebbe anche in piazza per mobilitare l’opinione pubblica, porterebbe le sue ragioni in ogni luogo e in ogni dove. Ma la verità è che a sinistra, a parte Vendola, che muore dalla voglia di misurare il suo appeal politico a livello nazionale, e Di Pietro, che mira ad incrementare la sua pattuglia in Parlamento, le elezioni non le vuole nessuno. A cominciare dalla classe dirigente che, come minaccia la stessa base del Pd, con un ritorno alle urne si troverebbe a rischio “rottamazione”. Molto più comodo, invece, rimanere in attesa degli eventi, far finta di dare battaglia in Parlamento, dove è in discussione la Legge di stabilità (l’ex Finanziaria), proponendo emendamenti irricevibili, perché se accolti metterebbero a rischio i saldi dei singoli capitoli di bilancio, e sperare che qualche magistrato, o qualche escort, riesca là dove il Pd ha sempre fallito, ovvero mettere fuori gioco il Cavaliere e bloccare il processo di riforme in atto.