Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, ottobre 19, 2010

FEDERALISMO, UNA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA

di Giacomo Stucchi

A dimostrazione di quanto sia efficace l’azione politica della Lega Nord, e di quanto essa riesca ad incidere nell’indispensabile processo di cambiamento in corso nel Paese, registriamo in questi giorni un fiorire di iniziative che contribuiscono a fare chiarezza sulla riforma federalista. L’Assemblea dell’Unione delle Province Italiane, in corso a Catania, dal tema “Federalismo, territorio, sicurezza e sviluppo”, che vede a confronto politici, amministratori e studiosi, e i tanti commenti di opinionisti suscitati dall’intervento del Professor Luca Antonini (Presidente della commissione paritetica per l’Attuazione del federalismo fiscale), pubblicato su “Panorama”, dall’emblematico titolo “Le 7 bugie sul federalismo fiscale”, sono soltanto alcuni dei molti segnali che dimostrano quanto il tema in questione sia diventato prioritario. Le ragioni di tanto interesse, a nostro modo di vedere, sono almeno due. In primo luogo, perché più si approfondiscono i contenuti dei decreti attuativi, dai costi standard ai meccanismi previsti per impedire aumenti ingiustificati delle imposte regionali, più l’opinione pubblica e la classe politica si rendono conto non solo della bontà della riforma ma anche della necessità. Il federalismo fiscale, infatti, è l’unica risposta possibile all’improrogabile necessità di organizzare meglio tutto il sistema. “In questi termini – scrive giustamente Antonini – il federalismo fiscale può essere definito il più imponente processo di razionalizzazione della finanza pubblica substatale realizzato nella nostra storia repubblicana”. In secondo luogo, perchè si tratta di una riforma al contempo radicale e democratica. Perché fatta in Parlamento, e quindi con il concorso di tutte le forze politiche, ma anche perché riguarda tutti i livelli istituzionali: Stato, Regioni, Province e Comuni. Insomma, da questa riforma nessun livello decisionale, politico e amministrativo, viene escluso e quindi, forse per la prima volta nella storia della Repubblica, si rivoluziona il sistema avendone un quadro d’insieme, anziché una sorta di vestito di Arlecchino, come purtroppo accaduto a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione voluta dal centrosinistra nel 2001. E’ forse una rivoluzione nella rivoluzione, quella cioè di cambiare tutto senza procedere a piccoli passi ma con un quadro globale di ruoli, responsabilità dei livelli decisionali e, quindi, in definitiva maggiore efficienza ma anche più democrazia. Perché un sistema è democratico quando mette il cittadino nelle condizioni di individuare responsabilità, negligenze o meriti della classe politica e amministrativa. Tutto il contrario di quanto invece succede oggi, con la galassia indecifrabile di livelli decisionali e amministrativi che purtroppo ancora caratterizzano il nostro sistema. Un caso emblematico è di certo quello dei rifiuti a Napoli. Con il federalismo fiscale, infatti, il gioco al rimpiattino sulle responsabilità, che incapaci amministratori locali vorrebbero attribuire al Governo, non sarebbe più possibile.