Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, giugno 29, 2010

CON IL FEDERALISMO FISCALE MAI PIU' "BUCHI NERI" NEI BILANCI DEGLI ENTI

di Giacomo Stucchi
L’approdo in consiglio dei ministri, verosimilmente entro il mese di luglio, dei cinque decreti attuativi del federalismo fiscale, costituirà una vera e propria rivoluzione. Una novità di assoluta rilevanza, sul piano politico e amministrativo, ma anche dal punto di vista economico. Tra i decreti, due in particolare, indicheranno ai sindaci e ai governatori quale strada seguire per raggiungere costi e fabbisogni standard nelle regioni e negli enti locali. Si tratta dell’ossatura principale di tutta la riforma che introduce il federalismo fiscale nel nostro Paese. L’approvazione dei decreti è preceduta dalla presentazione in Parlamento della relazione governativa sui “numeri” del federalismo fiscale, con lo stato attuale dei conti locali e i risparmi possibili con l’adozione del nuovo sistema. Si tratta di un lavoro propedeutico, all’attuazione pratica del federalismo fiscale, di estrema importanza che, tra l’altro, la dice lunga su come nel nostro Paese vanno le cose sul fronte della spesa pubblica. Secondo un articolo pubblicato su 'Il Sole 24 ore', dal lavoro dei tecnici sarebbe venuto fuori che alla voce “trasferimenti degli enti locali”, alcune regioni abbiano scritto somme superiori a quelle che i bilanci di comuni e province hanno poi registrato in entrata. La relazione governativa, che non ci sarebbe mai stata senza l’approvazione della legge delega sul federalismo fiscale, fortemente voluta dalla Lega Nord, serve quindi anche ad avere un quadro d’insieme, quanto mai utile, dei bilanci degli enti territoriali. Una specie di censimento dei conti pubblici degli enti locali che costituisce un’indispensabile base di partenza per individuare, una volta adottati i costi standard dei servizi, quali siano gli enti virtuosi e quali no. In altre parole, il nuovo sistema farà si che ad ogni servizio reso ai cittadini da regioni, province e comuni, corrisponda un ‘prezzo giusto’. Una garanzia di equità per tutti gli enti territoriali, che faranno così riferimento ad un costo standard e non più a quello determinato dalla spesa storica, ma anche di efficienza per i cittadini, che finalmente non dovranno più assistere ad intollerabili sperperi. Non è possibile però immaginare enti locali efficienti senza riconoscere a quest’ultimi un’autonomia impositiva. Al raggiungimento di questo obiettivo, mirano quindi altri due decreti attuativi, che introdurranno la fiscalità propria dei comuni e delle province. La finalità dei provvedimenti è individuare i tributi propri e le compartecipazioni che devono sostituire gli attuali trasferimenti statali. Insomma ce n’è abbastanza per poter dire che sul piano delle riforme strutturali quelle che stanno andando in porto, grazie all’apporto determinante del Carroccio, sono di gran lunga le più rivoluzionarie nella storia del nostro Paese.