Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, luglio 01, 2010

FEDERALISMO, AI CITTADINI LA "GOLDEN SHARE" DELLA DEMOCRAZIA

di Giacomo Stucchi

Con buona pace delle opposizioni e di certa stampa che la fiancheggia, con una propaganda mirata a boicottare il grande processo riformatore in atto nel nostro Paese, il cammino verso l’attuazione del federalismo fiscale registra una tappa storica che lo rende irreversibile. Con l’approvazione in Consiglio dei ministri, presieduto dal ministro per le Riforme e nostro Segretario Federale, Umberto Bossi, della relazione sul federalismo fiscale, che sarà presentata a breve alle Camere, il processo riformatore ha subito una straordinaria accelerazione. Frutto di un lungo e complesso lavoro, con il quale tra l’altro sono stati studiati e valutati i bilanci delle Regioni, con la presentazione della relazione non solo si è rispettata la data di scadenza del 30 giugno 2010, indicata nella legge delega sul federalismo fiscale, ma si è anche fatta luce sulla spesa pubblica nel nostro Paese. Grazie alla relazione, per esempio, sappiamo che fra il 2007 e il 2008 lo Stato ha dovuto pagare 12,1 miliardi di euro per mettere a posto i conti, della sola spesa sanitaria, di Lazio, Abruzzo, Campania, Molise e Sicilia. Si tratta di un intervento che, da solo, la dice lunga su come siano andate le cose negli ultimi anni sul fronte della spesa pubblica. Per fortuna nel prossimo futuro, con l’introduzione dei costi standard previsti dai decreti attuativi del federalismo fiscale, ciò non sarà più possibile. Il costo standard, unitamente all’autonomia impositiva per Comuni e Province, costituisce il perno di tutta la riforma che introduce il federalismo fiscale e al contempo la grande innovazione che permetterà di cambiare radicalmente la politica nel nostro Paese e tutto ciò che intorno ad essa ruota. Rispetto al costo standard, per il pagamento di un servizio al cittadino, un amministratore locale ha infatti due alternative: o spendere di più ma, sapendo di non poter più contare sui trasferimenti da parte dello Stato, con la diretta conseguenza di dover aumentare le tasse ai cittadini; o di risparmiare sulla spesa e quindi di poter anche diminuire la pressione fiscale. Insomma, con il costo standard e l’autonomia impositiva degli Enti locali, si realizza il sogno della Lega Nord, ovvero quello di essere padroni in casa propria. La responsabilizzazione degli amministratori locali diventa così totale e i cittadini, al termine del mandato del loro sindaco o presidente di provincia, avranno sempre in mano la "golden share" della democrazia, cioè la possibilità di scegliere se confermare o meno i loro amministratori. C’è da dire inoltre che la congiuntura internazionale, non permette più a nessun Paese di sperperare le risorse e rende il federalismo fiscale un percorso obbligato, per poter realizzare quelle economie e quelle razionalizzazioni di spesa pubblica che altrimenti resterebbero solo delle dichiarazioni d’intenti.