Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, giugno 01, 2010

BENE DRAGHI, MA SULLA SPESA PUBBLICA LA SINISTRA HA GROSSE RESPONSABILITA'

di Giacomo Stucchi

Nella lucida relazione del governatore Mario Draghi, per l’assemblea annuale della Banca d’Italia, ci sono molti aspetti del tutto condivisibili. Probabilmente mai come quest’anno, le cose dette in questa occasione riescono davvero ad essere lo specchio della situazione economica esistente, ma anche a cogliere l’essenza di alcuni processi in corso. Tra gli aspetti che Draghi ha posto al centro della sua relazione, il federalismo fiscale, che secondo il governatore “deve aumentare l’efficienza nell’uso delle risorse”, occupa di certo un posto centrale. “Solo un vincolo di bilancio forte – ha aggiunto Draghi – accompagnato dalla necessaria autonomia impositiva, può rendere trasparente il costo fiscale di ogni decisione e responsabilizzare i centri di spesa”. L’avvertita necessità del governatore di porre l’accento anche sulla necessità di portare a termine quelle riforme strutturali, che servono, tra l’altro, a contenere la spesa pubblica e a combattere l’evasione fiscale, che Draghi ha definito la vera “macelleria sociale”, sono poi la conferma dell’assoluta validità del programma di riforme per il quale la Lega Nord si batte da anni. “Si può valutare che – ha poi detto Draghi, snocciolando numeri molto significativi che aiutano a capire l’entità e le conseguenze, sociali ed economiche, dell’evasione fiscale nel nostro Paese – tra il 2005 e il 2008 sia stato evaso il 30% della base imponibile Iva, che in termini di gettito significano oltre 30 miliardi l’anno, 2 punti di Pil”. Se l’Iva fosse stata pagata, è quindi la conclusione che Draghi trae, l’Italia avrebbe uno dei rapporti debito-Pil più bassi d’Europa. Il fenomeno dell’evasione fiscale, combinato con l’incremento senza criterio della spesa pubblica, costituisce la miscela esplosiva che mette a dura prova la stabilità del sistema, in un momento di congiuntura sfavorevole, e con la speculazione finanziaria sempre in agguato. Nella sua relazione il governatore Draghi si limita, come è ovvio, visto il suo ruolo, agli aspetti tecnici, senza fare nessun tipo di analisi politica. Per quanto ci riguarda, però, il quadro non sarebbe completo se non si facesse riferimento anche alle responsabilità politiche. Queste sono ben precise e attengono, tra l’altro, alla mancanza di coraggio e determinazione di chi negli anni scorsi, nel centrosinistra, a parole si dichiarava riformista ma poi, quando si trattava di passare ai fatti, tergiversava, magari per non cambiare equilibri consolidati ed interessi trasversali. Il risultato di tale immobilismo è stato, tra l’altro, quello di non tenere sotto controllo i conti pubblici, indebitando, oltre ogni ragionevole misura, alcune regioni. Penso, per esempio, al Piemonte, amministrato per lungo tempo dalla sinistra, dove sono stati letteralmente buttati dalla finestra milioni di euro di risorse pubbliche, anche attraverso il pagamento ad alcuni professionisti di parcelle milionarie, che danno un’idea di cosa intenda la sinistra per gestione della cosa pubblica. Se ci fosse stato il federalismo fiscale, già dieci anni fa, probabilmente la maggiore responsabilizzazione dei centri di spesa non avrebbe consentito un simile sperpero di denaro pubblico.